Economia

L’Europa e l’effetto domino

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New York – Il problema? I mercati sono impazienti. Ci vorrà ancora del tempo per calmarli, perché ci vorrà del tempo per apportare nel sistema economico gli aggiustamenti necessari. Le autorità europee devono agire in fretta. Ai microfoni della CNBC da Washington parla Lorenzo Bini Smaghi, l’italiano ex membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea.

Spagna la nuova Grecia? “La Grecia è un caso a parte. Hanno rimandato le decisioni troppo a lungo e c’è voluto parecchio tempo prima che le misure stabilizzanti venissero effettivamente introdotte. Sempre all’ultimo momento. La Spagna è un qualcosa di completamente diverso. Stanno già andando nella giusta direzione. Hanno solo bisogno di un poco di tempo”.

Sugli esiti dell’ultima asta spagnola. “Ci vorrà ancora del tempo per calmare i mercati, perché ci saranno ancora i risultati di tante aste da scrutinare, e il mercato vuole vedere in continuazione l’operare del governo, verso un miglioramento della situazione”.

“L’Europa ha dimostrato di saper agire con misure concrete in maniera unita. Sfortunatamente l’ha sempre fatto quando le cose sono peggiorate e non prima. Questo ha creato volatilità”.

Cosa guardare per monitorare la situazione e capire il da farsi? “Credo che si debba guardare lo Spread, come fan tutti. Quando si raggiungono livelli intorno al 7% allora ci sia avvicina a un punto critico, non sostenibile. C’eravamo in passato, siamo scesi al 5% e ora siamo tornati su. Un chiaro segnale per le autorità europee. Devono agire“.

“Purtroppo siamo tutti concentrati sul breve periodo. Ci vuole tempo per apportare aggiustamenti all’economia. Non si può crescere, specialmente con un deficit alto come ai valori attuali, nel quale i governi spendono troppo oltre quello che guadagnano. Non si può crescere e i mercati lo hanno capito. C’è bisogno di cambiamenti e questi richiedono tempo. Il problema è che il mercato è impaziente“.

“Non credo che si possa risolvere il problema del debito continuando ad accumulare debito. Prima o poi questi paesi dovranno guardare in faccia la realtà”.