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L’euro stupisce tutti. Miglior inizio anno nella storia

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La crisi del debito sovrano, che ha colpito e che sta continuando a guidare le notizie sull’area euro, ha aumentato il rischio associato alla moneta unica. Diversi investitori già dall’anno scorso hanno rivisto al ribasso le stime sull’euro. Ma contrariamente alle aspettative, nel primo trimestre del 2011, l’apprezzamento è stato del 3,5%, la miglior performance di inizio anno mai raggiunta dalla moneta unica.

Le notizie che arrivano dalla regione sono contrastanti. Diversi paesi non hanno ancora adottato politiche serie per la ristrutturazione del debito, mentre la crescita economica di Francia e Germania, insieme con una crescita dei prezzi superiore alle stime dello scorso anno, sta spingendo la banca centrale europea ad alzare i tassi di riferimento in settimana.

Dopo un 2010 negativo, l’andamento dell’euro negli ultimi mesi ha sorpreso diversi investitori, che non si aspettavano un inizio anno così positivo. Tra questi Alan Ruskin, lo scorso anno head of International currency strategy alla Royal Bank of Scotland, credeva che il cambio avrebbe raggiunto $1,28 alla fine del 2010, mentre invece si è registrato $1,3384.

Le stime di Ruskin sono ancora ribassiste per fine 2011 ($1,3), ma al momento il cambio si aggira sui $1,4237 (l’1 aprile). Le notizie negative possono essere ricondotte alla Grecia, la scintilla della situazione attuale, con timori che hanno coinvolto altri paesi europei, tra cui in maggior rilievo Portogallo e Irlanda. Diversi investitori considerano i tassi di interesse attuali come insostenibili nel lungo periodo per questi paesi.

Si pensi che i rendimenti aggiuntivi che gli investitori richiedono per detenere un bond del Portogallo a 10 anni, piuttosto che un bund tedesco di simile durata, hanno raggiunto il 5% la scorsa settimana, ai massimi almeno dal 1997, secondo i dati a disposizione di Bloomberg. Il problema del debito è stato il motivo per il quale il 23 marzo, l’ormai ex primo ministro del Portogallo, Jose Socrates, aveva deciso di rassegnare le dimissioni, mantenendo la promessa in caso la manovra antideficit concordata dal governo con Bruxelles, fosse stata bocciata dal parlamento.

Riguardo all’Irlanda invece, la scorsa settimana le autorità hanno imposto alle 4 banche più grandi del paese di aumentare il capitale di €24 miliardi e hanno annunciato un piano per fondere due di queste in un unico istituto di credito.

Secondo le stime raccolte da Bloomberg da parte di diversi economisti, l’area euro dovrebbe chiudere l’anno con tassi di interesse superiori dell’1,5% rispetto a quelli americani, per la precisione all’1,75% contro lo 0,25%.