Legnano – Si parte oggi con la vera e propria settimana di trading, dopo la pausa che ha interessato gli Stati Uniti che ieri, il 4 luglio, hanno festeggiato l’indipendenza.
Le borse in Asia stanno performando ancora in territorio positivo anche se risultano essere un po’ debolucce, mentre vedremo come partiranno oggi le europee e le americane.
La giornata potrebbe essere buona, considerando il fatto che non ci saranno presenti market mover particolarmente seguiti dal mercato in questo momento. Alle ore 10 verrà pubblicato il PMI europeo, mentre alle 11 le vendite al dettaglio. Dall’America ci arriveranno soltanto gli ordini all’industria alle 16, ma anche questi non dovrebbero ricoprire particolare importanza per oggi.
Avremo dunque modo di cominciare a ragionare su qualche correlazione che potrebbe venire a crearsi e potrebbe aiutare le nostre decisioni di trading sia sul mercato forex, che su quello dei CFD su indici azionari e commodities (oro, argento e patrolio).
Per ora l’unico movimento che è degno di nota e che ci dobbiamo appuntare, è un movimento generalizzato del dollaro americano che ha guadagnato terreno nei confronti di tutte le maggiori valute durante la nottata. Questo movimento, per ora, sembra di mercato, ovvero non legato a nessun fatto macro o geopolitico, fattori che ultimamente sono stati in grado di innescare movimenti importanti, anche se di breve periodo.
In concomitanza, non si sono palesati ancora movimenti correlati a quello appena visto, per cui potrebbe essere tutto un “falso allarme”, oppure potrebbe essere arrivato il momento di cominciare a vedere movimenti concertati di una valuta. Sinceramente non lo sappiamo, ma quello che ci interessa, come sempre, non è cercare di capire le regole di funzionamento dei mercati, anche perché la teoria tanto ci insegna, quanto ci delude a volte; dobbiamo piuttosto essere in grado di ragionare sugli effetti che queste regole producono e di prendere beneficio da essi.
Per questo motivo consigliamo di affidarsi ai punti tecnici importanti, soprattutto in momenti come quello attuale dove, diciamocelo, a livello macro è tutto molto complicato. Le basi per far sì che il mercato e gli investitori si possano concentrare sull’andamento dell’economia reale di ogni Paese, tramite l’analisi dei dati pubblicati da ognuno di essi, ora che il problema Grecia sembra essere, di fatto, archiviato. Vedremo come essi cominceranno a muoversi, per il momento non dobbiamo dimenticare che l’ultimo scoglio prima che il mercato si senta davvero libero da qualsiasi evento, arriverà giovedì, quando si riunirà la BCE e con molta probabilità andrà ad alzare i tassi, portandoli all’1.50% (decisione, ribadiamo, nettamente sbagliata sia a livello di tempistica che a livello di effetti prodotti – il maggiore sarà quello di ridurre la liquidità in circolazione non tramite l’aumento del saggio di risparmio delle famiglie, ma attraverso l’aumento delle uscite per ripagare finanziamenti a tasso variabile, molto presenti soprattutto nei Paesi periferici – che andrebbe a ridurre ulteriormente i consumi, ma di questo parleremo giovedì).
Passiamo ad analizzare da vicino un po’ di major, cominciando dall’immancabile eurodollaro.
La situazione tecnica sul cambio più seguito dal mercato non è variata da ieri mattina, dato che i prezzi si stanno muovendo perfettamente all’interno del canale ipotizzato ieri in mattinata. Ricorderete infatti che i due livelli fondamentali sono rappresentati dalla resistenza posta in area 1.4550 e dal supporto invece posto una figura abbondante al di sotto, 1.4440. Proprio su questo livello sembra che ci dovremo concentrare per le prossime ore, data la rinnovata vicinanza. Ricordiamo che questo interessante livello trae origine dalla coincidenza di un livello statico evidenziato il 21, 22 giugno e confermato perfettamente il venerdì appena passato.
La ripresa del dollaro da ieri ha favorito la salita del cambio UsdJpy, sino a portare i prezzi nuovamente vicino ad una potenziale svolta. Ricordiamo infatti come da un mese circa i prezzi stiano viaggiando all’interno di un range di una figura abbondante e di come sia stato riconosciuto a 81.25 il ruolo di livello di fuoriuscita da questa situazione. 80.60 prima e 80.30, poi, sono i due livelli di supporto di questa idea rialzista.
Anche il cambio EurJpy ha rispettato molto bene il range indicato nella mattinata di ieri. L’assenza di buona parte degli operatori per festività, crediamo abbia favorito l’analisi. In questo caso quindi ci sentiamo di indicare ancora i due livelli di 117.80 e 117.15 come principali spunti per l’immediato futuro.
Sembrava che il cable ieri potesse abbandonare la parentesi negativa in atto da un paio di settimane, con il ritorno definitivo al di sopra di 1.6120 ed invece si è trattato esclusivamente di una falsa rottura. Come possiamo infatti notare osservando un grafico con candele a 4 ore, il superamento c’è stato, ma la chiusura della candela è avvenuta al di sotto del punto di transito suggerito dalla trendline che da metà giugno collega i punti di maggior interesse. Ancora una volta quindi ci troviamo a fare i conti con una debolezza di sterlina che nel breve potrebbe aumentare ulteriormente. Siamo infatti praticamente giunti sul livello di supporto dinamico, indicato dalla trendline rialzista che dagli ultimi giorni di giugno (da 1.5920) sembra guidare la salita. È sempre più lontano 1.62, livello che il cambio deve, a breve, superare per rientrare nella tendenza favorevole di lungo.
L’incertezza del cable si trasmette anche sul cambio EurGbp che rimane tutto sommato stabile rispetto al giorno precedente. Ciò che in questo caso appare ancora evidente, come livello di supporto, è dato da 0.9015. Se non verrà rotto potrebbe non essere persa la tendenza favorevole all’euro per un obiettivo finale al di sopra di 0.91.
Anche il dollaro australiano ha subito un deprezzamento, da ieri, nei confronti del dollaro. Questo cambio, dopo la prima rottura di 1.0770, non è riuscito a fornire conferme mettendo a segno un calo di una figura esatta. Come visto anche ieri, comunque, non vi è preoccupazione in questo senso, dato che il supporto alla salita del dollaro australiano si trova ancora a distanza: parliamo infatti di 1.0590, livello indicato dalla linea di tendenza negativa che congiunge i massimi del cambio da aprile e che è stata definitivamente rotta il 29 giugno scorso.
Passiamo a concludere con il franco che, contro euro e dollaro, si trova in una situazione pericolosamente vicina ad un’ondata di debolezza.
Il cambio EurChf infatti si mantiene costantemente al di sopra di 1.23, molto vicino quindi al livello di svolta posto a 1.2330 (superato per qualche pip parecchie volte ieri). 1.2250 rappresenta il supporto nel breve periodo.
Il cambio UsdChf si trova alla stessa distanza dal livello di maggior interesse, per un forte spunto rialzista, posto a 0.8550. In questo caso il livello di supporto si trova a 0.8450.
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