Legnano – In questi ultimi giorni i personaggi più nominati sulla scena politica europea sono stati Nicolas Sarkozy, Angela Merkel e David Cameron. I primi due, eletti a salvatori e guida della nuova Europa ‘virtuosa’, il terzo che per la prima volta in 39 anni ha posto il veto inglese su un accordo riguardante l’Unione Europea.
Il primo ministro francese e la cancelliera tedesca stanno cercando di organizzare una struttura di regole che nel futuro possa prevenire l’acuirsi ed il ripresentarsi di una crisi importante come quella che stiamo vivendo in questi ultimi mesi. Le misure che sono allo studio sembrano mirare ad una maggiore integrazione degli Stati membri per quel che riguarda gli aspetti fiscali ed in particolare si ravvisa un impegno a raggiungere il pareggio di bilancio per le amministrazioni pubbliche (il che significa che l’obiettivo è da ritenersi raggiunto se il disavanzo strutturale è inferiore allo 0.5% del PIL nominale).
In caso il deficit rispetto al PIL sia maggiore del 3%, scatteranno della sanzioni e se il rapporto tra debito pubblico e PIL risultasse superiore al 60%, il Paese si dovrà impegnare a ridurlo di ogni anno di almeno 1/20 dell’eccedenza. In buona sostanza si tratta di una serie di paletti ben definiti che ogni Stato dovrà considerare per una buona gestione del proprio bilancio.
L’unico Paese che non si è trovato d’accordo su tale impostazione è stata la Gran Bretagna, il che non consente la modifica ufficiale dei Trattati ma unicamente del recepimento di un accordo intergovernati tra gli Stati favorevoli. A dire la verità, tale posizione non è stata particolarmente apprezzata Oltre Manica (in primis dal vice premier Nick Clegg).
Sullo sfondo abbiamo invece una BCE guidata da Mario Draghi che pare aver terminato la politica sui tassi precedentemente seguita da Jean-Claude Trichet. L’ulteriore tagli di 25 punti base ha riportato i tassi all’1% e non è da escludere che si possa procedere ad ulteriori tagli.
Passando all’analisi tecnica, l’Euro continua a mostrare una certa debolezza nei confronti del Dollaro americano. La giornata si è aperta con questa impostazione ed attualmente la discesa di EurUsd potrebbe protarsi fino ad 1.3250. Una ripresa della valuta europea, invece, avrebbe una conferma solo dopo la rottura al rialzo di 1.3450.
UsdJpy rimane ancora ben ancorato tra 77.00 e 78.30 e di conseguenza tali livelli fungono da supporto e resistenza.
EurJpy, il cui andamento ricalca molto da vicino quello di EurUsd, mostra anch’esso una fase di debolezza ed il primo supporto è posto in area 102.50. Una rottura di tale livello si potrebbe protrarre fino a 100.75 . Una ripresa dell’Euro, invece, sarebbe plausibile solo sopra 104.75.
Per quanto riguarda il cable, le ultime giornate di contrattazioni hanno mostrato una lateralità compresa tra 1.5560 e 1.5800: la rottura del supporto spingerebbe il cambio fino a 1.5430 mentre la rottura al rialzo della resistenza avrebbe come obiettivo area 1.5900.
UsdChf continua nel suo incedere al rialzo e si trova in prossimità di una resistenza molto importante vicino a 0.9325: una rottura al rialzo potrebbe spingere il dollaro fino a 0.9790.
Un accenno all’oro, che stamattina ha aperto al ribasso ed in rottura del supporto posto a 1.700: un mancato ritorno sopra tale livello potrebbe spingere il metallo giallo fino a 1670.
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