(Teleborsa) – A metà giornata appare mutato il panorama sulle piazze finanziarie europee che, dopo un esordio positivo, hanno invertito con decisione la rotta. I mercati del Vecchio Continente ora viaggiano sui minimi intraday, penalizzate dal pessimo andamento del settore finanziario e dei settori legati alle commodities. Tornano in primo piano i timori di un aggravamento della situazione della Zona Euro, per i dubbi sull’efficacia degli aiuti promessi alla Grecia. In particolare, si nutrono timori sia per la consistenza dei fondi messi a disposizione di Atene, sia per la capacità del Governo ellenico di portare avanti il piano di risanamento ed austerità annunciato nei giorni scorsi. Piano che non è stato esente da aspre polemiche nel Paese del Mediterraneo. Le ansie che si sono riversate sulle borse europee stanno contaminando anche i Futures USA, che puntano con decisione al ribasso, anticipando una partenza debole per Wall Street. Sul fronte economico, i prezzi alla produzione della Zona Euro hanno evidenziato un’accelerazione allo 0,6% a marzo. L’inflazione è salita anche nell’area OCSE con un incremento del 2,1%. Ora si attendono le statistiche americane sugli ordini all’industria e sulle vendite di case pendenti. Sul valutario, l’euro si riporta sui minimi toccati la scorsa settimana a 1,311 USD (-0,5%), riflettendo le incertezze che stanno attanagliando l’area della moneta unica. Fra le piazze europee la peggiore è Madrid che flette del 2,8%. Male anche Lisbona che perde il 2,1%, mentre Parigi cede l’1,5%. IN rosso anche Londra che arretra dell’1%, mentre Amsterdam e Bruxelles cedono lo 0,9% e Francoforte lo 0,8%. Non si salva Zurigo con un calo dello 0,4%. Fra i settori più esposti alle vendite si collocano le banche (-2,6%), mentre i minerari (-2,5%) risentono di un aumento delle tasse in Australia ed i petroliferi (-2,3%) della riduzione del prezzo del greggio. Tengono i farmaceutici e le utilities, grazie alla loro natura difensiva. Fra i temi caldi della mattinata si segnala la UBS, che perde il 2,88%, allineandosi alla performance del settore bancario, nonostante abbia annunciato un ritorno all’utile per la solida performance della sua divisione investment banking. Cadono anche le tedesche Linde ed Adidas, nonostante abbiano presentato solidi risultati trimestrali. Da segnalare il buon andamento di Astrazeneca, in scia all’approvazione da parte della FDA di un farmaco so-sviluppato con Prozen. Corre anche la Inmarsat, dopo aver annunciato un piano di riorganizzazione delle controllate.
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