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L’effetto Bin Laden non “risparmia” il biglietto verde

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Legnano – L’effetto Bin Laden non si è fatto sentire sui mercati, che hanno continuato la propria strada senza particolari scossoni.

A livello di borse abbiamo visto delle situazioni miste in Europa, negative negli Stati Uniti e buone per l’Asia, che anche stamattina si trova in territorio ampiamente positivo.

Sul valutario non è stato osservato alcun movimento particolare e generalizzato di una valuta contro le altre, abbiamo assistito ad un timidissimo tentativo di acquisti di dollari sulla notizia, subito rientrati, mentre qualcosa si è visto lato commodities, soprattutto per la forte volatilità vista sul petrolio, dove sul brent siamo scesi da 125.00 a 122.00 per poi rimbalzare violentemente fino a 126.50 (doppio massimo su un grafico orario) e tornare al punto di partenza di 125.00.

Movimenti simili sono stati visti sul WTI che ha compiuto le stesse mosse prendendo come riferimento 113.00, 111.00 e 114.80. Questo è dovuto all’incertezza su quello che sarebbe potuto accadere nei Paesi produttori di petrolio.

Sui metalli invece molto interessante notare due situazioni distinte: l’oro che ha segnato i nuovi massimi storici a 1.577,55 ed il fortissimo storno dell’argento, che ha perso 4 figure in apertura domenica a causa dell’aumento delle richieste di margini pari a +13% per contratto al Comex (14.513$ contro i 4.250$ necessari un anno fa).

Dal punto di vista macroeconomico non sono giunte importanti novità se non l’ISM manifatturiero, uscito a 60.4 rispetto alle attese di 59.5, dato che però non è stato in grado di innescare alcun importante movimento sul dollaro (che a ben vedere nel brevissimo ha fatto segnare una chiusura positiva per il dollar index, ma questo non deve assolutamente stupire in quanto sappiamo che all’interno di movimenti importanti, correzioni più o meno consistenti sono fisiologiche).

Dalla lontana Australia arriva invece la decisione sui tassi della RBA, che sono stati mantenuti invariati in quanto, come dichiarato dal banchiere centrale, la forza della valuta locale potrà aiutare a mantenere i prezzi contenuti per molti prodotti durante il prossimo trimestre.

Passiamo come sempre ad osservare le evoluzioni tecniche dei maggiori tassi di cambio.

Partiamo dall’immancabile eurodollaro che, ancora ieri, ha dato prova di rispettare con gran precisione il più vicino livello di supporto posto a 1.4770, dandoci ancora modo di vedere come la configurazione evidenziata dal cambio negli ultimi giorni continui a rassomigliare ad un rettangolo (anche se, per la verità è stato sporcato il lato superiore da un tentativo di rottura di 1.49 figura, portando così la resistenza per le prossime ore 20 punti al di sopra di dove l’abbiamo trovata negli ultimi giorni).

Ad ogni modo crediamo che la situazione possa variare solamente con un’accelerazione oltre uno di questi due livelli: se la direzione dovesse essere per la continuazione del trend primario, quindi a rialzo, crediamo che non ci sarebbero più molte “scuse” per il cambio per non mostrare il precedente massimo di riferimento a 1.5140.

Il cambio UsdJpy continua nella propria direzione ribassista andando per la seconda volta a distanza di poche ore a provare il superamento del supporto ora più importante a 81 figura. Osservando un grafico con un timeframe inferiore al giornaliero si può comprendere bene ciò a cui facciamo riferimento da giorni: ovvero un’attenzione particolare dei prezzi ai livelli suggeriti dalle percentuali di ritracciamento di Fibonacci (del movimento rialzista compreso fra 76.40 e 85.50). Sia a 82 sia a 81 infatti il cambio ha subito delle inversioni: con buona probabilità anche al successivo 80 figura potrà favorire il nostro trading.

La tendenza del cambio EurJpy continua a risultare ribassista, nonostante il tentativo di ripresa ieri mattina sulla scia della risalita della moneta unica. Molto interessante per le prossime evoluzioni continua a risultare il livello di 120 figura, oltre cui il cambio è riuscito a stazionare solamente temporaneamente e che se rotto, definitivamente questa volta, accompagnerebbe i prezzi al successivo ed interessante 119.35. Il livello di svolta da questa tendenza non è particolarmente vicino oggi: parliamo infatti di 121 figura, il massimo di ieri coincidente con i massimi osservati più volte sul finire di settimana scorsa.

Il cable ieri è riuscito a sorprendere andando a oltrepassare quel livello di supporto a 1.6620, che credevamo potesse essere ancora una volta un punto di ripresa per la sterlina. Nonostante però questo movimento a sorpresa, se i prezzi dovessero riuscire a non affacciarsi nuovamente al di sotto di 1.66, potremmo considerare ancora possibile una risalita del cable sino alla parte alta del range mantenuto dal cambio negli ultimi giorni, ovvero verso 1.67.

Niente figura di doppio massimo ed inversione del trend principale per il cambio EurGbp, almeno per il momento. I prezzi infatti dopo aver accennato ad un movimento di calo hanno ripreso ampiamente i livelli mantenuti la settimana scorsa a ridosso di 0.89 e del precedente massimo, la cui area oramai è nota nei pressi di 0.8930. Attendiamo a questo punto un’eventuale continuazione che, ovviamente, si potrà verificare con una rottura decisa della resistenza e l’attacco all’area di massimo di riferimento al di sopra di 0.90 (marzo 2010).

Vediamo ora la situazione del dollaro australiano, in grado ieri di andare per due volte con gran precisione a toccare un nuovo massimo a 1.1010. Il movimento che è seguito a questa nuova impresa è stato esclusivamente di calo, con il test, sino ad ora, dell’area che abbiamo considerato il supporto più interessante nell’immediato, 1.0880. I prossimi minuti saranno interessanti per capire se questo reggerà o dovremmo invece prepararci per 1.0770, il successivo livello chiave, evidente grazie ad una coincidenza di fattori su grafico orario.

Chiudiamo con il franco che continua a mostrarsi avvantaggiato nei confronti del dollaro, come tutte le altre valute d’altronde. Per il momento 0.8625 ha tenuto come supporto a tre tentativi di superamento. Nel breve abbiamo notato il formarsi di una forte resistenza 0.87 figura, grazie alla coincidenza di otto candele consecutive ieri mattina.

Il cambio EurChf continua a muoversi all’interno di livelli definiti. Il prossimo è 1.28 figura, come supporto, da cui dipenderà il raggiungimento del successivo 1.2730-50.

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