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L’Aquila: “Lasciate crollare la puttana che vi ha tradito”

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L’AQUILA (WSI) – Cerca i volti degli aquilani, “vuole” gli aquilani e i loro sguardi malinconici o testardi nella campagna “La razza umana” che lo sta portando a girare le piazze dei cinque continenti per immortalare i volti di uomini e donne di tutte le razze, le condizioni sociali, gli orientamenti culturali e politici. E non poteva non far discutere la sua idea di “lasciare crollare questa vecchia puttana che vi ha tradito”, ha detto riferendosi all’Aquila, devastata dalla violenza del sisma.

Il fotografo milanese Oliviero Toscani, che ha aderito al progetto “Aquilani digitali” della community Nuvolaverde, è in città da ieri – e probabilmente vi resterà fino a giovedì – per la prima volta dopo il sisma, per fotografare volti e luoghi distrutti e “vedere con i miei occhi quello che i giornali e la gente dicono: e cioé che la città è ferma, non ci vedo molti cantieri aperti, io mi sarei aspettato una situazione diversa dopo tutti questi anni dal terremoto”.

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Di qui la provocazione, che sui socialforum e tra la gente sta generando non poche polemiche (“se quello che dico provoca reazioni vuol dire che c’è qualcuno a cui interessa. La ricerca del consenso crea mediocrità”): “Questa è una città mutilata dalla natura. E’ diverso che se fosse stata bombardata, perché un bombardamento comporta una reazione sociale contro qualcuno che vi ha fatto del male.

Ma qui è proprio la natura che non vi vuole. Che vi ha mandato via dalla casa. E’ c’è quindi una componente di fatalismo che si è stratificata nella società attraverso tanti terremoti. Ma forse questa città va lasciata così, va lasciato che si autodistrugga ricostruendola diversamente, in un altro modo e in un altro luogo. Bisogna dare, però, una visione architettonica giusta”, ha aggiunto, “un esempio di grande capacità innovativa, dando l’esempio di una nuova condizione umana che sia veramente umanamente, socialmente e politicamente eccezionale”.

Per la ricostruzione dell’ Aquila e dei comuni del cratere occorrono 10 miliardi di euro. «Tuttavia – ha detto oggi il ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia, rispondendo ad una interrogazione di Sel al question time alla Camera – le risorse disponibili attualmente per la ricostruzione sono pari solo a 630 milioni di euro fino al 2015. Esiste quindi un problema di integrazione delle risorse che il Governo è impegnato ad affrontare a partire dalla prossima legge di stabilità».

Primo firmatario del documento è il deputato abruzzese di Sinistra Ecologia Libertà Gianni Melilla che ha evidenziato come a più quattro anni dal sisma (6 aprile 2009) «il centro storico dell’ Aquila è ancora disabitato, le case sono chiuse e i palazzi puntellati. La ricostruzione è in grave ritardo». Nell’audizione svolta alla Camera – presente il ministro – «si è stimato – ha detto Melilla – in 10 anni il tempo della ricostruzione», soldi da spalmare un miliardo l’anno, come chiesto principalmente dal sindaco Cialente».

Trigilia ha fatto sapere che «con riferimento allo stato di attuazione del processo di ricostruzione mi segnalano il rientro a casa di circa il 70% degli sfollati e il solo comune dell’ Aquila ha inoltre già erogato circa 23 mila contributi alla ricostruzione privata per la maggior parte concentrata nella periferia della città. Bisogna tuttavia riconoscere, e io stesso ho potuto constatarlo recandomi qualche settima fa a L’ Aquila, che il problema della ricostruzione del centro storico, così come dei centri storici del cratere, resta in gran parte da affrontare».«C’è un ritardo da questo punto di vista – ha proseguito Trigilia – che il Governo è impegnato a colmare. In particolare sono stati istituiti due uffici speciali per la ricostruzione che adesso stanno lavorando e sono quasi arrivati a regime».

Il ministro ha anche fornito altri dati: con il decreto n. 30 del 2009 sono stati stanziati 10 miliardi e 500 milioni e un altro miliardo e 183 milioni per l’edilizia privata, fondi, questi ultimi, stanziati con il recente decreto legge n. 43 del 2013. «Di questi 10 miliardi e 500 milioni – ha spiegato Trigilia – segnalo che poco meno di 3 miliardi sono stati anticipati per la prima emergenza e sono stati gestiti dalla Protezione civile, 7 miliardi e 600 milioni sono stati destinati alla ricostruzione e allo stato sono stati quasi integralmente assegnati. Le rimanenti risorse pari a 100 milioni di euro sono state finalizzate per interventi di sostegno alle attività produttive e di sviluppo».

Melilla – gli altri firmatari sono gli onorevoli Zan, Pellegrino, Zanatti – nella sua replica ha auspicato che nella legge di stabilità «ci siano le risorse necessarie». «Anche l’ex ministro Fabrizio Barca – ha ricordato – disse che occorrevano 10 miliardi in un tempo di dieci anni. Ed è ciò che noi chiediamo: certezza dei finanziamenti, un miliardo di euro ogni anno. Il Governo – ha infine commentato Melilla – deve essere consapevole che L’ Aquila è una grande questione nazionale. Per lo Stato il capoluogo della Regione Abruzzo deve essere tra le priorità dell’agenda di Governo ed è in questo senso che noi come Sel siamo impegnati».

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Il Centro – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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