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L’APPUNTAMENTO CON LA RIPRESA E’ RINVIATO AL 2004

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Quando arriverà davvero la ripresa? L’altro giorno qualcuno ci ha ricordato che è dalla primavera del 2000 che a questa domanda si risponde sempre nello stesso modo: nella seconda parte dell’anno.

Solo che è passata la seconda parte dell’anno del 2000, quella del 2001 e anche quella del 2002, e la ripresa non si è vista. Anzi, per essere sinceri siamo alle prese con una fragile e debole ripresina americana, per ora, e con uno stato di recessione-stagnazione in Europa. Può darsi che da questo insieme di rovine esca fuori, come un coniglio dal cilindro, una potente ripresa “nella seconda parte dell’anno”.

Autorevoli personaggi, proprio nei giorni scorsi, ci hanno detto esattamente questo. Peccato che siano le stesse persone che avevano promesso la ripresa già nel 2000 e poi in tutti gli anni successivi.

Impossibile, a questo punto capire come stanno le cose. Forse perché proprio non c’è niente da capire. Siamo in presenza di un quadro in cui ancora troppe variabili non hanno trovato la loro sistemazione e quindi rendono il mestiere degli economisti impossibile.

Difficile capire che cosa stanno facendo i consumatori (anche se è improbabile che siano proprio animati dal desiderio non più rinviabile di fare acquisti), e ancora più difficile capire come si muoveranno le imprese.

Qualche giorno fa, un imprenditore del ramo tessile e abbigliamento, ci diceva che lui sta vendendo i prodotti per la stagione primavera-estate 2004. E sosteneva di non aver notato alcun aumento degli ordini. “I clienti diceva sono sempre prudenti, guardinghi, misurati. E quindi, per quel che mi riguarda, la ripresa arriverà forse nella seconda metà del 2004”.

Insomma, è un po’ troppo presto per sostenere che il peggio sta ormai alle nostre spalle. Anche se fosse vero, comunque, non sappiamo che cosa c’è davanti a noi. Forse, un altro po’ di peggio. O, magari, davanti a noi c’è solo un po’ di ripresina, qualcosa ancora fragile e poco rassicurante.

E infatti, alla fine, le previsioni che gli economisti devono pur fare non mostrano cambiamenti radicali e forti nell’economia. Si parla di una crescita dell’1% per l’Europa e di meno del 2% per gli Stati Uniti.

Insomma, chi vuole può credere, per il terzo anno consecutivo, che al rientro dalle vacanze estive si troverà alle prese con un forte rilancio dell’economia e quindi alla fine di questi tre anni di sofferenze. Ma, se non ci crede, si mantiene prudente, e punta le sue carte sul 2004 forse non sbaglia.

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