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L’ APOCALISSE DIETRO L’ ANGOLO

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(WSI) – Quali sono le prospettive del «sogno americano»? Jeremy Rifkin ci ha spiegato perché quello europeo ha maggiori chances di vita. Ma Stephen Roach, economista capo della Morgan Stanley, sorprendentemente, va molto oltre: gli Stati Uniti (ha detto in una riunione riservata di cui il Boston Herald ha avuto conto) hanno non più del 10% di probabilità di evitare una «Armageddon economica». Il restante 90% – ha precisato Roach di fronte a un gruppo di managers della Fidelity – si divide come segue: un 30% di probabilità per un disastro a breve termine e un 60% per un disastro leggermente più dilazionato.

Poiché, come ci ammonisce John Kenneth Galbraith nel suo aureo libretto sull’«economia della truffa», le previsioni in economia sono basate sul vento, anche Roach dev’essere preso con le molle. Ma non può essere preso sottogamba, specie se certe cose le dice in privato, quando sta facendo affari.

E se i dati gli danno ragione. Il ragionamento è molto semplice e anche molto noto. Il deficit commerciale Usa è ormai gigantesco. Il dollaro cadrà ancora, e di molto. Gl’investitori esteri se ne andranno se Greenspan non alza il costo del denaro (che gli servirà anche per frenare l’inflazione). Tutto logico. Ma che ne sarà dei consumatori Usa, che sono indebitati fino al collo? Se non un disastro, qualcosa di simile a una «tempesta perfetta», cioè mai vista (vedi il film).

Infatti oggi il debito totale delle famiglie americane è l’85% del Pil, mentre vent’anni orsono era circa uguale alla metà dell’intera economia americana. Si tenga conto che quasi la metà dei mutui e prestiti che soffocano la famiglia americana è a tasso variabile. Se i tassi dovessero salire troppo, per molti sarà la bancarotta. Roach dice precisamente: «una spettacolare ondata di bancarotte». E una contrazione dei consumi, che per l’economia Usa è la maledizione finale.

E facciamo qualche conto, con Roach. Per finanziare il suo deficit corrente con il resto del mondo gli Usa dovrebbero importare 2,6 miliardi di dollari in contanti al giorno. Il che costituisce l’80% di tutti i risparmi mondiali. E’ ragionevole pensare che questo sia possibile? Non è ragionevole. La bolla del debito può esplodere dunque da un momento all’altro. Cosa c’è nel 10% restante? C’è solo l’astuzia di Greenspan. Il quale potrebbe lasciar cadere il dollaro (come infatti sta facendo ai danni dell’Europa e del Giappone) e lasciar crescere l’inflazione. Anche qui il conto è presto fatto: con una inflazione del 7% un debito si dimezza in un decennio. Vale per le famiglie e per gli Stati. Se funziona, il resto del mondo pagherà un’altra volta, il prolungarsi del sogno americano. Ma la probabilità che funzioni è solo il 10%.

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