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L’ANALISTA DI OPPENHEIMER, L’UNICA CHE AVEVA PREVISTO TUTTA LA CRISI FINANZIARIA

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(WSI) – Il marito, col nomignolo di «Jbl», manda al tappeto energumeni palestrati sul ring. Lei, invece, i grandi colossi di Wall Street. Facile farlo ora che le grandi e potenti banche d’affari sono in ginocchio, verrebbe da dire. Solo che Meredith Whitney, analista in forza a Oppenheimer, lo diceva già un anno fa quando nessuno immaginava il peggio che sarebbe arrivato.

Non lo hanno fatto Vikram Pandit, numero uno di Citigroup, nè John Thain, a capo di Merrill Lynch o Dick «The Gorilla» Fuld, l’ex Ceo della tracollata Lehman Brothers. Lei, 38enne bionda, di bell’aspetto, sportiva (ama fare jogging a Central Park senza dimenticare di portarsi dietro una copia del Financial Times) invece sì, e oggi è il guru osannato di Wall Street perché è l’unica che aveva previsto tutto. Con dodici mesi di anticipo.

Esattamente un anno fa i listini salivano dopo una prima scossa di terremoto con l’esplosione del crack dei subprime avvenuta a inizio estate 2007. Sembrava che il sistema avesse assorbito senza problemi il default dei mutui-spazzatura magicamente trasformati in bond tripla A e il cui effetto domino, invece, nel corso dei mesi ha mandato al tappeto Wall Street.

Unica tra tutti i broker, lo scorso ottobre la signora Whitney, felicemente sposata a John Layfield, campione di wrestling, uno degli sport più popolari nell’America delle tv via cavo, aveva previsto un taglio del dividendo per Citigroup, per colpa di un bilancio traballante. E per rincarare la dose, aveva anche profetizzato ulteriori perdite e svalutazioni per tutti i big bancari, da Bank of America a Lehman all’europea Ubs.

E ancora, ai primi di febbraio di quest’anno, quando non si avvertivano che i primi sintomi della crisi (con il crack della piccola banca inglese Northern Rock), la battagliera analista aveva tagliato di quasi la metà le stime sui profitti delle grandi investment bank per il primo trimestre. Il motivo? Troppa esposizione sui prestiti a leva, ovvero la causa per cui oggi tremano le fondamenta delle banche di mezzo mondo. L’aver visto giusto ha reso ancor più spietata e aggressiva l’analista: a luglio, in una conference call, rimproverò Thain di non scaricare asset deteriorati per fare cassa e patrimonializzare la banca. Dopo dieci giorni Merrill ha venduto 30 miliardi di dollari di Cdo.

Nel giro di un anno Meredith, da analista di Serie B famosa più per essere la moglie di un campione del wrestling che per i suoi report, è diventata una star del calibro di Jim Cramer, l’ex trader oggi una celebrità nazionale grazie a Mad Money (trasmissione cult sugli investimenti in onda sulla Cnbc).

Anni fa un’altra donna, Abby Cohen, analista di Goldman Sachs, divenne un «guru» di Wall Street. Perché, ed era il 2000, indovinava sempre il livello in cui l’S&P500 sarebbe salito. Altri tempi. «Meredith è in grado di muovere i mercati con quello che scrive» dicono i trader e qualcuno si è già scomodato a paragonarla appunto alla Cohen. Più che l’accuratezza dei «sell» e dei «buy», sono le sue argomentazioni e critiche, al limite della crudezza, a renderla un caso a Wall Street. È stata la prima, per esempio, a puntare il dito contro la relazione incestuosa tra banche e agenzie di rating durante gli anni della bolla immobiliare sostenendo che questo avrebbe avuto un impatto di lunga durata sulla capacità delle banche di guarire.

Ora però che il terremoto ha fatto crollare banche un ritenute inaffondabili e tutti i broker sono in preda al panico, lei, che questo l’aveva già previsto mesi fa, è ancora una volta un passo avanti. Ora le banche possono anche essere una scommessa: così dopo aver bollato il settore come il peggior investimento azionario, adesso Meredith consiglia tre titoli: JpMorgan, BofA e Wells Fargo.

A un certo punto Abby Cohen si fece prendere un po’ troppo la mano e continuò a prevedere che l’S&P500 sarebbe salito a 1.500 punti. Non accadde mai e il suo astro si è pian piano eclissato. Dagli scivoloni, d’altronde, non è immune nemmeno la neo-star. A fine luglio dopo che Merrill Lynch aveva annunciato altre svalutazioni per 5,7 miliardi la donna commentò, un po’ incautamente col senno di poi, che «la parte più difficile del risanamento è alle spalle». Ma anche Omero ogni tanto si riposava.

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