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L’AMERICA AL TEST DEGLI STIMOLI ANTI-RECESSIONE

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(WSI) –
Tassi di Interesse: in area Euro la sessione si è conclusa con tassi in calo sulla parte a breve della curva, con lo spread 2-10 anni in rialzo da 46 a 49pb. Il discorso di Trichet non ha aggiunto nulla di nuovo alle dichiarazioni del giorno precedente, lasciando i mercati in attesa di nuovi sviluppi. Gli operatori si sono focalizzati maggiormente sul discorso in contemporanea di Bernanke. Per oggi sul decennale il supporto si colloca a 3,90% e la resistenza a 4,12%. Importanti saranno le indicazioni del Bank Lending Survey che potrebbe evidenziare un restringimento delle condizioni di erogazione del credito.

Negli Usa tassi di mercato in calo con pendenza di curva sostanzialmente invariata ed incremento della percezione del rischio, come segnalato dall’incremento dall’indice sui titoli governativi dei paesi emergenti Embi+spread, ai massimi dal settembre 2005. L’atteso discorso di Bernanke, oltre a confermare l’intenzione della Fed di procedere a corposi tagli dei tassi, ha anche evidenziato il supporto ad un piano di stimolo fiscale che dovrebbe essere ricompresso nel range 50-150Mld$ con durata almeno annuale ed in ogni caso temporaneo.

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Il presidente della Fed ha dichiarato che la crescita si manterrà sotto il potenziale fino agli inizi del 2009, sebbene al momento non sia prevista una recessione. Le spinte inflattive dovrebbero gradualmente rientrare nei prossimi mesi. Tali dichiarazioni confermano, se ce n’era ancora bisogno, lo stato di difficoltà dell’economia Usa ribadito ieri dal forte calo dell’indice della Fed di Filadelfia sul settore manifatturiero di gennaio (ai minimi degli ultimi 6 anni) e dalla forte riduzione mensile delle vendite di nuove abitazioni.

Secondo indiscrezioni di stampa, oggi stesso Bush dovrebbe annunciare le linee guida del piano di stimolo all’economia che dovrebbe aggirarsi intorno ai 150Mld$ con sconti fiscali che potrebbero essere pari a circa 800$ pro capite, più del doppio dei 300$ dell’analogo piano varato nel 2001. I dati trimestrali di Merrill Lynch hanno evidenziato pesanti salutazioni (circa 15Mld$), con una perdita trimestrale record (circa 10Mld$) nella storia quasi centenaria della banca. Gli operatori al momento attribuiscono una probabilità sostanzialmente uguale all’ipotesi di taglio di 50 o 75pb il prossimo 30 gennaio. Il supporto sul decennale si colloca nell’area 3,50-3,60%.

Valute: Dollaro sostanzialmente stabile verso Euro oscillando intorno ad 1,46. Dopo l’impatto favorevole al biglietto verde derivante dalle dichiarazioni di alcuni membri Bce, il cross potrebbe consolidare il supporto a quota 1,4570 e concentrarsi maggiormente sui forti segnali di rallentamento Usa. Yen volatile sul mercato valutario con lieve deprezzamento nel corso della notte in seguito al rialzo del listino azionario giapponese. Nel frattempo dal Giappone continuano ad arrivare dati macro deludenti: la fiducia dei consumatori è infatti calata al nuovo minimo da 4 anni. Gli elevati costi della benzina e degli alimentari stanno gravando sulla fiducia delle famiglie nipponiche. I supporti rilevanti continuano a posizionarsi intorno a 105 vs Dollaro e 155 vs Euro.

Materie Prime: altra giornata all’insegna dello zucchero (+5,8%) che ha proseguito il rialzo salendo ai massimi da 15 mesi sulla speculazione della deludente produzione indiana. Sul rialzo ha pure pesato la notizia di un grande produttore brasiliano di etanolo, Fluxo, che è stato bandito dal trading diretto per sospette pratiche illegali. Secondo voci sembrerebbe che la società possa avere una notevole posizione corta. Nel frattempo prosegue la debolezza del greggio con il Wti che è temporaneamente calato sotto i 90$/barili in seguito al discorso di Bernanke.

Tale scenario recessivo ha penalizzato anche i metalli industriali che hanno chiuso ancora una volta in calo guidati dal piombo (-3%). Su quest’ultimo ha pesato la notizia della prossima ripresa delle esportazioni dall’Australia da parte di Ivernia, sebbene non si conosca ancora il termine esatto. Tra gli agricoli in rialzo il grano (+1,5%) su esportazioni settimanali in aumento negli Usa. In base ai dati disponibili inoltre nel 2007 la Cina avrebbe superato il Sud Africa in cima alla classifica dei produttori di oro.

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