Peggiorano le aspettative sull’economia tedesca e dell’Eurozona. E’ quanto emerge dal sondaggio dell’istituto europeo di ricerca economica (Zew) condotto tra analisti e investitori.
Nel mese di settembre, le aspettative sull’economia della Germania sono scese a -4,3 punti dai 14 punti del mese di agosto. Si tratta del primo numero in territorio negativo dopo 17 mesi (marzo 2009 -3,5). Il dato e’ nettamente inferiore alle aspettative degli economisti che prevedeva un valore di 10 punti.
In calo anche le aspetttive sull’economia dell’Eurozona con l’indice sceso a 4,4 punti da 15,8 del mese di agosto. Si tratta del livello minimo dal marzo 2009 (-6,5).
”Gli intervistati non prevedono alcun aumento dell’utilizzo degli impianti produttivi nel secondo semestre. L’attenzione si sposta molto piu’ sui rischi, tra i quali il rallentamento dell’economia Usa e la crisi del debito sovrano nell’eurozona”, spiega l’istituto di ricerca.
L’indice Zew è accompagnato da un’altra indicazione “no”, resa nota quasi parallelamente, che è arrivata dal fronte economico europeo.
Si tratta dell’indice relativo alla produzione industriale nell’Eurozona. Secondo i dati diffusi da Eurostat, nel mese di luglio la variazione della produzione e’ stata infatti nulla rispetto al mese precedente. E il dato è nettamente peggiore delle aspettative degli economisti che si attendevano un progresso pari a +0,3%.
Su base annuale, il progresso della produzione industriale e’ pari al 7,1%. Eurostat ha corretto al ribasso il dato di giugno portandolo da -0,1% a -0,2%,, mentre il dato annuale e’ stato rivisto al rialzo da +8,2% a +8,3%.
Comincia dunque in stagnazione il terzo trimestre, dopo un secondo trimestre in cui la produzione ha registrato un aumento medio del 2,5%.
Andando a esaminare le componenti dell’indice sulla produzione industriale, a pesare sembra esser stato il dato della Germania, locomotiva dell’area valutaria che a sua volta ha visto la produzione invariata.
In Italia, secondo Eurostat, ha registrato un più 0,1 per cento dal mese precedente, in Francia un più 0,9 per cento.
Tornando all’intera Eurozona, tra i vari aggregati i beni di consumo durevoli hanno segnato un calo dello 0,6 per cento a luglio, quelli non durevoli un più 0,1 per cento. I beni strumentali hanno segnato un più 0,1 per cento, i beni intermedi un meno 0,3 per cento e l’energia un meno 0,1 per cento.
Restano ampiamente positivi comunque i confronti su base annua, in cui il paragone avviene con il 2009, un anno di pesante recessione: in questo caso la produzione dell’area euro risulta aumentata del 7,1 per cento, nell’Ue a 27 del 6,8 per cento.