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Kirchner arruola i galeotti per diffondere il peronismo

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Roma – Il carcere come centro di reclutamento di sostenitori del governo, detenuti in libera uscita per partecipare a comizi e concerti, permessi premi per gli «aficionados». Il nuovo scandalo che coinvolge il variegato universo K, lettera che ingloba chi appoggia la presidente Cristina Fernandez de Kirchner, è scoppiato dopo la denuncia di un deputato dell’opposizione e sta suscitando indignazione in buona parte dell’opinione pubblica argentina.

Victor Hortel, da un anno a capo della rete di penitenziari federali, ammette senza problemi di appoggiare le attività del «Vatayon Militante», così si chiama l’organizzazione nata come braccio politico nei carceri de La Campora, l’influente movimento dei giovani peronisti diretto dal figlio della presidente, Maximo Kirchner. Lo schema è semplice: chi fa parte del «battaglione» ha diritto a permessi premio concessi con straordinaria velocità per partecipare teoricamente a eventi culturali, ma che in realtà sono quasi sempre comizi e manifestazioni politiche della Campora. I detenuti vengono scortati dagli agenti sul posto e si danno da fare per la buona uscita della serata: c’è chi canta, chi suona tamburi e batterie, chi semplicemente fa numero in tribuna. Tutti rigorosamente K, tutti protetti dal sistema. «Non si discute – spiega il deputato Carlos Comi – autore dell’interpellanza parlamentare – della necessità reinserimento del detenuto nella società, ma sull’uso strumentale e sugli innegabili privilegi concessi loro solo per far parte del gruppo in questione». Spuntano così alcuni casi di detenuti famosi, come quello di Eduardo Vasquez ex batterista della banda rock Callejeros, protagonisti del tragico concerto di fine anno 2004 dove morirono duecento giovani per un incendio in un locale a Buenos Aires. I Callejeros furono prosciolti, ma due anni dopo Vasquez è stato condannato a 18 anni di prigione per la morte della fidanzata Wanda Taddei, bruciata viva dopo una lite fra i due.

Pur di farlo suonare nei concerti organizzati dal Vatayon a Vasquez sono stati concessi cinque permessi per uscire dal carcere molto prima dei tempi previsti dalla legge per un caso come il suo. Privilegiato anche Ruben «Oveja» Pintos, facente parte della barra brava, gli ultras violenti, del River Plate, condannato all’ergastolo per la morte del giovane Gonzalo Arco a termine di un regolamento di conti fra fazioni opposte della curva. Lo scorso 24 maggio Pintos è stato visto mentre suonava i bongos al concerto organizzato all’interno del museo penitenziario, nel turistico quartiere di San Telmo. Far parte del battaglione dà i suoi privilegi anche all’interno del carcere perché si possono ottenere celle migliori, pasti caldi, più tempo per le visite dei famigliari e una certa libertà di movimento fra i padiglioni.

Dall’alto, poi, possono cancellare i provvedimenti disciplinari, come è successo a Jorge Salcedo, che è stato punito inizialmente per aver rifiutato una perquisizione dentro la sua cella ma che poi è stato graziato dal direttore del penitenziario di Ezeiza, come ha riportato il quotidiano «Clarin», che segue da vicino tutta la vicenda. Per Victor Hortel non c’è nulla d’illegale, il detenuto che si comporta bene va premiato, tutt’al più in qualche caso sono stati affrettati i tempi. I responsabili del Vatayon, che contano con un blog e una pagina in facebook, chiariscono che non c’è nessuna differenza fra un comizio e un evento culturale. «La cultura è sempre politica. Noi diffondiamo nei penitenziari le nostre attività, chi vuole chiede al giudice il permesso per prendervi parte».

Cristina Fernandez ha difeso il sistema di permessi d’uscita. «Comprendo il dolore dei famigliari delle vittime, ma dobbiamo tenere sempre in conto che è un dovere scritto nella nostra Costituzione recuperare chi è stato condannato e preparare il recluso al suo reinserimento nella società». La presidente non ha però accennato all’uso di bandiere e slogan politici durante le feste e i concerti dell’ormai famoso «Vatayon».

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