Il catastrofico uragano Katrina, un mostro di oltre 500 chilometri di larghezza, ha gia’ fatto schizzare i prezzi del petrolio ben sopra i $70 al barile, dopo la chiusura di tutti gli impianti della zona del Golfo del Messico dove “gira” il 25%-30% della produzione americana. I futures sul greggio quotati al New York Mercantile Exchange (NYMEX) sono saliti ieri sera fino a $70.80 al barile, in rialzo di $4.67 al barile.
Katrina, che e’ passato tre giorni fa su Miami con la classificazione “categoria 1” provocando 9 vittime, si e’ ora rafforzato al punto da essere diventato un “categoria 5”: secondo il National Hurricane Center Usa e’ uno dei piu’ grandi uragani mai apparsi sul Nord America, il quarto piu’ catastrofico in assoluto nell’area dell’Atlantico, con una pressione bassissima di 902 millibar.
Gli ultimi due uragani di “categoria 5” che si sono abbattuti sugli Stati Uniti sono stati Camille, che nel 1969 sfiorò New Orleans e fece 400 morti tra l’Alabama e la Louisiana, e Andrew, che nel 1992 si abbattè su Homestead, a sud di Miami, provocando decine di morti e miliardi di dollari di danni.
Gli abitanti di New Orleans sono in fuga dalla città, migliaia di auto secondo le Tv locali sono bloccate in colonna sulla I-95, l’autostrada che va verso Ovest, mentre Katrina si avvicina velocemente dal Golfo del Messico con i suoi venti di poco meno di 300 chilometri orari (oltre 175 miglia l’ora) promettendo una scia di morte e distruzione. Il sindaco di New Orleans, Ray Nagin, ha disposto l’evacuazione obbligatoria di tutti i 485.000 abitanti, anche perche’ la citta’ si trova letteralmente sotto il livello del mare.
Per via di Katrina “la produzione offshore per almeno 1 milione di barili al giorno e’ stata fermata, mentre adesso sono minacciate le raffinerie e le operazioni di importazione del greggio intorno alla zona di New Orleans”, ha detto alla Associated Press Peter Beutel, un analista petrolifero di New Canaan, in Connecticut. Per questo – avevano predetto alcuni analisti – il petrolio potrebbe gia’ passare la soglia psicologica e il nuovo record assoluto dei $70 al barile gia’ lunedi’, il giorno in cui Katrina tocchera’ la costa (il prezzo del greggio al Nymex di New York e’ sulla Prima Pagina di Wall Street Italia).
Circa il 25% dell’intera produzione di petrolio e gas degli Stati Uniti ha sede nel Golfo del Messico. Le aziende del settore energetico hanno cominciato a chiudere gli impianti e a mandare a casa gli operai gia’ sabato. La Chevron ha evacuato tutte le sue fabbriche sulla costa del Golfo, mentre Exxon, BP e Royal Dutch terminerano la chiusura e l’evacuazione entro domenica sera. La Louisiana Offshore Oil Port ha cancellato tutte le operazioni di consegna del greggio.
Infine la Mississippi Gaming Commission ha ordinato la chiusura di tutti i casino’ della Costa del Golfo del Messico.
Secondo una stima dell’agenzia di stampa Bloomberg Katrina potrebbe costare fino a $30 miliardi, il che ne farebbe il disastro naturale piu’ costoso della storia americana. Eqecat Inc., che utilizza modelli computerizzati per stimare i danni, ritiene che ci saranno da un minimo di $15 miliardi a un massimo di $30 miliardi in richieste di risarcimento alle societa’ di assicurazione locali; le stime piu’ alte sono legate al modello che vede la citta’ di New Orleans direttamente colpita dall’uragano.
Alcuni operatori di Wall Street sostengono apertamente che Katrina avra’ comunque effetti devastanti e provochera’ una forte caduta dei titoli assicurativi quotati sui listini Usa.