
New York – Al momento, è difficile comprendere se nel breve termine il premier spagnolo Mariano Rajoy o il presidente del Consiglio Mario Monti dovranno chiedere aiuto per l’attivazione dello scudo anti-spread, o bussare comunque alla porta dell’Unione europea per ricevere un sostegno.
“Ovviamente, questo dipenderà dal sentiment e dalla percezione del rischio dei mercati”, afferma Marco Valli, responsabile economista dell’Eurozona presso Unicredit, che continua affermando che tutto “dipenderà dal tipo di pressione che si registrerà sui mercati, in modo particolare ad agosto, quando i volumi tendono a essere molto sottili, e dunque ci possono essere oscillazioni più forti sui prezzi”.
In un’intervista al canale televisivo Cnbc-Tv18, Valli sottolinea comunque che “non abbiamo dubbi sul fatto che, se i rendimenti testeranno un livello insostenibilmente elevato, sarà nell’interesse dell’Italia e della Spagna chiedere un aiuto al Fondo Salvastati”.
Sul caso Mario Draghi, dunque sulla Bce che ieri ha profondamente deluso i mercati di tutto il mondo, l’economista ha affermato che, nonostante la delusione, il numero uno della Bce “ha comunque comunicato alcune buone notizie. Queste includono l’impegno da utilizzare risorse adeguate per fare un passo per entrare nel mercato dei titoli governativi, dopo che i soldi dei governi sono stati utilizzati a sostegno del Fondo salva-stati. Si tratta di un impegno molto forte da parte della Bce”.
Detto questo, “ai mercati forse non è piaciuto il fatto che gli acquisti della Bce si concentrerebbero sulla parte più vicina della curva dei rendimenti. Questo sarebbe chiaramente un compromesso, che agli investitori non è piaciuto”.