Milano – Una pressione fiscale che da 10 anni e’ costantemente al di sopra della media europea. A denunciarlo e’ la Confcommercio che in occasione degli Stati generali della confederazione in corso a Milano, presenta una sorta di cahier de doleances con tutti i numeri della crisi.
A preoccupare soprattutto i commercianti e’ una crescita definita ”a passo di lumaca”, e il trendo dei consumi che si conferma ”in caduta libera”. Tassi di crescita italiani che preoccupano soprattutto alla luce di un confronto con le altre economie del Vecchio Continente: “Dal 2000 a oggi – si legge nel documento di Confcommercio – Francia e Germania sono crescite a un tasso superiore di oltre 4 volte rispetto a quello dell’Italia”.
Se nel periodo 2000-2011 la Francia ha registrato un tasso di crescita del 13,8%, la Germania del 12,7%, l’Italia non e’ andata oltre un +3,2%. Dati che si ripercuotono sulle famiglie italiane, che nell’ultimo quinquennio ha visto i propri risparmi dimezzati e un reddito pro capite crollato del 3,6% negli ultimi 10 anni.
Crollano, dunque, i consumi: secondo Confcommercio, nel triennio 2007-2010 la spesa pro capite delle famiglie ha registrato una flessione del 3,5%. La confederazione dei commercianti lamenta anche una burocrazia troppo pesante, il credit crunch ad opera del mondo del credito (negli ultimi 2 anni, piu’ di un quarto delle imprese del commercio ha ottenuto meno credito di quanto richiesto) un mercato dei falsi troppo ”fiorente”, un inefficienza logistica e un gap infrastrutturale che costano al Paese 40 miliardi, turismo in frenata, digital divide e infine, una bolletta elettrica superiore del 30% alla media europea. A soffrire maggiormente di questa situazione sono, ovviamente, le imprese commerciali: secondo i calcoli di Confcommercio dal 2008 a oggi il ritmo di chiusura dei negozi e’ stato pari a 180 al giorno.