Società

“Italia si prepari a elezioni. E faccia presto”

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ROMA (WSI) – E adesso che i giochi sono stati finalmente fatti – al 56esimo giorno dal risultato delle elezioni – ed Enrico Letta è diventato ufficialmente premier, gli italiani potranno tirare finalmente un sospiro di sollievo? Si allontana il momento in cui i cittadini saranno chiamati a tornare di nuovo alle urne?

Non proprio. O almeno, non secondo quanto scrive Bill Emmott, ex direttore dell’Economist, in un editoriale pubblicato sul Financial Times. A suo avviso, infatti, “il messaggio di protesta deve essere ascoltato” e sulla base di esso si deve agire.

La sua opinione è chiaramente riassunta nel titolo del suo articolo: “Italy must prepare for elections, and fast”, ovvero “l’Italia deve prepararsi per le elezioni, e velocemente”.

“Quando ti trovi in una buca, smettila di scavare – scrive l’autore del documentario di Girlfriend in A Coma, dedicato all’Italia – il vento del cambiamento è nell’aria”. Continuando Emmott sottolinea che, anche se “è stato un mix di vecchie, stanche metafore, il messaggio arrivato da un uomo, vecchio e stanco” (il presidente della Repubblica eletto per la seconda volta Giorgio Napolitano) è stato totalmente giustificato: affrontate la realtà, ha detto; portate a compimento riforme che sono state rimandate per molto tempo; dite la verità”.

Napolitano ha però omesso di dire la frase: “preparatevi a combattere nelle nuove elezioni, e presto”. Il “fatto che un uomo di 87 anni sia stato implorato ad abbandonare l’idea di ritirarsi accettando un secondo termine senza precedenti in qualità di Capo dello Stato corrisponde a una devastante accusa contro la classe politica. Peggio, è stata la prova vivente delle percezioni di Beppe Grillo, relative a politici servi e antiquati“.

Emmott non prende le parti del Movimento 5 Stelle, anzi, mette in rilievo quelli che sono stati gli errori commessi, con i parlamentari grillini che non hanno fatto niente per cooperare. Inoltre “se lo prendete alla lettera, (capirete) che le richieste (di Grillo) minacciano sia l’euro che la democrazia rappresentativa”. E, tuttavia, “la risposta a ciò che il successo (del M5S) rappresenta – un grido per il cambiamento, per nuovi volti, per una nuova generazione di leader – è stata disastrosa”.

E’ arrivato a questo punto il momento che i partiti facciano tre cose. Prima cosa: devono dimostrare di guardare in faccia la nuova realtà. “E la nuova realtà politica è quella che vede gli elettori ribellarsi contro la vecchia guardia, pretendendo un rinnovamento”.

Seconda cosa: “il nuovo governo dovrà fissare esso stesso un’agenda di riforme, breve e netta, in modo da rispondere alla rabbia legittima di chi ha votato Grillo.

Terza cosa: “dopo le riforme, i partiti devono mostrare di volere nuove elezioni quest’anno. Il timore è che i nuovi sondaggi possano confermare il maggiore potere di Grillo, o Dio ce ne scampi, portare gli elettori nelle braccia sempre disponibili di Mr. Berlusconi. Ma aspettare, fallire nel dare risposte, renderà questi scenari ancora più probabili”.