Dopo essere “scivolata in una recessione nel primo trimestre”, l’Italia “non ha probabilità di vedere alcuna crescita nel complesso del 2005”. A dirlo è l’agenzia di rating Standard & Poor’s, che in un documento sulle prospettive di crescita della zona euro ribadisce la propria stima di una flessione (-0,1%) per il Pil italiano nel 2005. E lima all’1,2% (dall’1,4% precedente) la sua previsione per la crescita nel 2006.
“La gravità della situazione economica – si legge nel documento – ha portato qualche leader politico a chiedere il ritorno alla lira”. Ma è un’ipotesi “completamente improbabile” secondo gli economisti di S&P. Infine, i tecnici dell’agenzia commentano la disoccupazione: é scesa sotto l’8%, grazie anche alla normativa più flessibile del lavoro (in particolare all’uso più facile dei contratti a termine).
In parte – scrivono gli economisti di S&P – è il risultato di “fattori strutturali”, come “la bassa partecipazione delle donne alla forza lavoro”. E “ci sono prove che suggeriscono che sia in parte il risultato della regolarizzazione di immigrati che prima non comparivano fra gli occupati pur lavorando”.