Roma – La crisi morde i risparmi degli italiani e li costringe a cambiare i comportamenti: noti per essere un popolo di formiche, nel 2011 invece oltre la metà degli italiani afferma di non riuscire a mettere nulla da parte. Un dato record. È quanto emerge dall’indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani per il 2011, di Intesa Sanpaolo e del Centro di documentazione Luigi Einaudi.
Dal rapporto emerge infatti che “raggiungono nel 2011 il massimo storico sia le indicazioni di utilità del risparmio (96,7%) sia le dichiarazioni di impossibilità di risparmiare (52,8%)”. La impossibilità di risparmiare è più alta nel Mezzogiorno (67,6%). I risparmiatori sono solo il 47,2% del campione e il tasso medio di risparmio (dei risparmiatori) scende al 9%. È lievemente superiore alla media fra i trentenni e i laureati.
La ricerca mostra anche come tuttavia nel 2011 sia cresciuto da 45,1 a 53,4 il saldo tra la percentuale di intervistati che ritiene sufficiente il proprio reddito e quello di chi lo giudica insufficiente. Si registra dunque un lieve miglioramento rispetto al 2009, ma secondo il 45% degli intervistati la crisi non è terminata e persisteranno effetti sui bilanci di famiglia del 2011.
Solo il 19% del campione, infatti, non ha mutato per nulla il proprio tenore di vita. Per contrasto, a causa della crisi il 21% ha rinviato l’acquisto di una casa, il 38% e il 44% è stato costretto a intaccare i propri risparmi. Il risparmio intenzionale, cioè di coloro che risparmiano per un obiettivo preciso (26,8%), prevale ancora su quello non intenzionale (20,4%) e tra le motivazioni al risparmio è dominante quella precauzionale (48,1%).