
Roma – Ora che la Spagna ha messo da parte il suo orgoglio nazionale, chiedendo un prestito per le sue banche fino a 100 miliardi di euro, gli investitori sono meno preoccupati per il suo futuro (anche se, alla fine, i prestiti non fanno altro che aumentare il debito sovrano del paese iberico, creando ulteriore debito per l’Europa intera).
Al centro dell’attenzione torna così l’Italia, secondo molti la prossima a bussare alla porta dell’Unione europea. D’altronde, tra i Piigs – Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna – l’Italia è l’unica che non ha chiesto nulla, nonostante il debito spaventoso, superiore a 2.000 miliardi di euro. Bloomberg dedica così un articolo di approfondimento al paese, ricordando anche che il Tesoro italiano dovrà vendere titoli di stato per un valore superiore a 35 miliardi di euro ogni mese; un ammontare che supera il Pil annuo di ognuno dei tre membri più piccoli dell’Eurozona: Cipro, l’Estonia e Malta.
“L’attenzione sull’Italia è elevata e certamente non si smorzerà dopo l’accordo con la Spagna – afferma in una intervista a Bloomberg Nicola Marinelli, gestore presso Glendevon King Asset Management a Londra – Il salvataggio non indica che l’Italia sarà sotto attacco, ma che gli investitori presteranno attenzione a ogni informazione prima di decidere di acquistare o vendere bond italiani “.
“Il problema per l’Italia è che c’è sempre la percezione degli investitori secondo cui, dove va la Spagna andrà anche l’Italia – aggiunge Nicholas Spiro, gestore presso Spiro Sovereign Strategy a Londra – La differenziazione all’interno dei mercati finanziari è insufficiente. E’ chiaro come la luce del giorno e lo è tuttora che i fondamentali della Spagna sono molto più deboli di quelli dell’Italia. Ma ciò non ha impedito l’Italia dal soffrire il contagio spagnolo”.
Lex Van Dan, gestore di Hampstead Capital a Londra, fa notare poi che, vista la situazione dei debiti sovrani, che alla fine non è stata affatto risolta, “la Bce dovrà probabilmente tornare ad acquistare bond; ma ci saranno molti che venderanno, tra quegli investitori che temono che la Spagna sia la prossima Grecia, e l’Italia la prossima Spagna”.
Anche Citigroup conferma: l’Italia dovra’ con ogni probabilita’ fare ricorso agli aiuti da parte del Fondo Salva Stati (EFSF/ESM) dal Fondo Monetario Internazionale e dala Bce.
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