Roma – Un terzo della capacità di finanziamento del Fondo Salva stati risiede nei due paesi che più di tutti vengono considerati i prossimi nella lista, per ricevere piani di salvataggio. Precisamente, Italia e Spagna. E’ la contraddizione – ritenuta tale dalla comunità degli analisti – presente nella bozza dell’EFSF (European Financial Stability Fund), ovvero per l’appunto, del Fondo Salva-stati.
Per essere più precisi, nonostante le loro difficoltà, Italia e Spagna dovranno versare finanziamenti al fondo per un ammontare stimato a 232 miliardi di euro. Questo, in un momento in cui si accavallano rumor secondo cui le due economie potrebbero essere costrette a ricorrere a piani di salvataggio molto prima di quanto si immagini, addirittura la prossima settimana
Risulta dunque piuttosto singolare che un terzo di un Fondo che dovrebbe essere visto come ancora di salvataggio, si basi su finanziamenti di due economie considerate chiaramente insolventi.
Nella bozza di legge anche che “nel caso in cui un paese non dovesse far più parte del Fondo (in quanto non capace di versare i contributi di finanziamento), le quote di contributi sarebbero aggiustate tra i garanti rimanenti, e i componenti della commissione dei garanti diminuirebbero di conseguenza”.
Di conseguenza, se alla fine la Francia, non tanto solida visti i continui avvertimenti sull’imminente downgrade sul rating, dovesse uscire dalla lista dei contribuenti, alla fine rimarrebbe in campo solo la Germania.
Inoltre, nella stessa bozza si legge che: “Una volta acquistati (i bond ricevuti per aiutare i paesi in maggiore difficoltà), questi strumenti potrebbero essere utilizzati dal Fondo salva stati per effettuare operazioni di repo con le banche commerciali, per sostenere la gestione della liquidità dell’EFSF”.