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Italia: crescita del 2% se vuole restare in Serie A

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Roma – Cosi’ come si presenta la manovra triennale modellata dal governo Monti risulta recessiva perche’ volta a soddisfare le richieste di Ue e Fmi per raggiungere il pareggio di bilancio in tempo.

E’ inutile girarci intorno: questo governo non ha osato su liberalizzazioni, dismissione del patrimonio pubblico, patrimoniale aggressiva permanente e riforme organiche del mercato del lavoro. Ma a essere realistici, un esecutivo insediatosi da appena due settimane non poteva affrontare tutto e subito. In particolare con il fiato dell’Europa sul collo.

E’ l’idea espressa da uno dei piu’ noti economisti d’Italia, secondo cui, seppur imperfette, le misure depressive per la crescita del decreto “Salva Italia” restano tra le piu’ eque dai tempi della prima Repubblica.

“C’e’ tanto ancora da fare”, dice in un’intervista a Wall Street Italia l’ex consulente di governo Giacomo Vaciago, secondo cui l’Italia ha due-tre anni di tempo per riprendere a crescere sul serio a tassi del 2%, altrimenti rischia di essere esclusa dall’Europa che conta.

Con il vertice Ue di Bruxelles di venerdi’ si va verso una modifica dei trattati e in futuro si profila un’Eurozona a due velocita’ da cui Spagna e Italia rischiano di rimanere fuori. Ridotte al lumicino le possibilita’ che Grecia e Portogallo ne faranno parte. “Entrare in Serie A” sara’ fondamentale, anche perche’ la Bce dara’ la sua disponibilita’ a farsi da garante dei soli paesi “sani”, lasciando al loro destino quelli negligenti a rischio insolvibilita’.

“La Bce dovrebbe – in sua piena autonomia – garantire che non ci siano “spread” che manifestano diverse politiche monetarie nell’area euro, come succede da sei mesi. Lo garantira’ di sicuro nei confronti dei paesi della Serie A, ma gli altri?”, si chiede retoricamente il docente di Politica Economica dell’Universita’ Cattolica di Milano.

Per farlo l’Italia ha necessita’ di ingranare un’altra marcia sul fronte della crescita rispetto alla “manovrina” attuale. “In questo decreto, per la crescita ci sono solo alcuni provvedimenti e qualche miliardo di euro di minori tasse (Irap)”, spiega Vaciago. “C’e’ ancora molto da fare per far funzionare meglio i mercati e aumentare di molto la crescita”.

Un primo passo e’ andare a toccare il mercato del lavoro, dove non si e’ voluto intervenire con un decreto, ma aprire un negoziato con le parti sociali. Un’altra riforma fondamentale riguarda la lotta all’evasione fiscale. “E’ anche importante l’avvio di una strategia contro l’evasione, che fa parte di quella diffusa illegalita’ (lavoro nero, etc.) che rende l’Italia poco attraente nei confronti degli investimenti esteri”, ha aggiunto l’ex sindaco di Piacenza.

“In paesi civili normali l’equita’ e’ assicurata soprattutto dalla progressivita’ dell’imposta sul reddito (IRPEF). In un paese come l’Italia ad elevata evasione, l’equita’ e’ realizzata in altri modi”. Ovvero “calibrando il merito, il bisogno e l’eguaglianza per singole voci di spesa (ad esempio l’ assistenza), e di entrata (progressivita’ dell’IVA e dell’imposizione sul patrimonio, sopprattutto sulle case)”.

E’ proprio per questi provvedimenti, aumento dell’Iva, reintroduzione dell’Ici e tassa sui beni di lusso, che secondo Vaciago la manovra va considerata molto piu’ equa di quella dei precedenti governi.

Ecco il testo integrale dell’intervista:

WSI
1) Cosa questo governo puo’ fare credibilmente dopo questa manovra “di emergenza” e di sacrifici “obbligati” che molti reputano iniqua e che ha l’obiettivo dichiarato di impedire il default? C’e’ qualcosa di buono nell’ipotesi default/ristrutturazione o non se ne parla nemmeno?

Giacomo Vaciago
Questa manovra “Salva Italia” era indispensabile per soddisfare le richieste EU e Fmi (ambedue continueranno ad avere “ispettori” a Roma nel prossimo anno, per certificare i progressi verso un bilancio pubblico in pareggio).

Sul default, no, non credo il governo l’abbia in mente. Nessuna considerazione e’ stata data ne’ e’ prevedibile, ai problemi di insolvenza del debito pubblico (l’Italia, come e’ noto, ha poco debito privato). La strategia Monti e’ infatti che un bilancio in pareggio (zero deficit) consenta alla ECB di riportare lo spread sul bund ad un livello fisiologico e da quel punto in poi il nostro debito torna sostenibile.

WSI
2) Dove si poteva e doveva fare di piu’ (liberalizzazioni, patrimoniale)? Ma sopratutto perche’ questo governo non poteva essere piu’ “equo” subito, dando un messaggio di rottura ancora piu’ forte con il governo precedente? Cosi’ sono colpiti sopratutto lavoratori dipendenti e ceto medio bassi.

Giacomo Vaciago
Nei paesi civili, l’equita’ e’ assicurata soprattutto dalla progressivita’ dell’imposta sul reddito (IRPEF). In un paese come l’Italia ad elevata evasione, l’equita’ e’ realizzata in altri modi: calibrando merito, bisogno, eguaglianza per singole voci di spesa (ad esesmpio assistenza), e di entrata (progressivita’ dell’ IVA e dell’imposizione sul patrimonio, sopprattutto sulle case, come ora viene finalmente fatto).

Da questi punti di vista, c’e’ molta piu’ equita’ in questa manovra che in quelle dei precedenti governi. E’ divertente osservare che questa richiesta (da destra e soprattutto da sinistra) di maggior equita’ non veniva avanzata nei confronti dei passati governi.

WSI
3) Lei ha detto che “i tagli di bilancio senza crescita sono peggio della Grecia”. In queste misure si vedono pochissime iniziative per rilanciare la crescita e per varare quelle riforme strutturali di cui l’Italia ha bisogno. Cosi’ come siamo strutturati, come facciamo a crescere del 2% l’anno e attirare investimenti?

Giacomo Vaciago
Come ben sottolineato dal Presidente Monti, c’e’ ancora molto da fare. Per far funzionare meglio i mercati (a cominciare da quello del lavoro, dove non si e’ voluto intervenire con decreto, ma aprire un negoziato con le parti sociali), e per aumentare – e di molto – la crescita.

In questo decreto, per la crescita ci sono solo alcuni provvedimenti e qualche miliardo di euro di minori tasse (Irap). E’ anche importante l’avvio di una strategia contro l’evasione, che fa parte di quella diffusa illegalita’ (lavoro nero, etc.) che rende l’Italia poco attraente nei confronti degli investimenti esteri.

WSI
4) Euro: dopo il 9 dicembre, cosa accade? Quali scenari si aprono in Europa ora che la crisi del debito sovrano ha invaso anche l’area core dell’Eurozona (area euro a due velocita’ o esplusione diretta dei paesi vulnerabili del “sud” Portogallo e Grecia e a seguire Spagna e Italia?).

Giacomo Vaciago
L’accordo Merkel-Sarkozy implica un Patto di stabilita’ molto piu’ vincolante ed inserito in un prossimo Trattato che si applichera’ non a tutti i 27 paesi membri e probabilmente neppure a tutti i 17 paesi dell’Eurozona. In altre parole, si accentua l’integrazione delle politiche di bilancio solo per quei paesi che lo vogliono e/o possono fare. Potremmo ribattezzare cio’ “I due Euro” o se vogliamo “Le due velocita’”.

Immagino che Grecia e Portogallo non siano nella Serie A; il problema e’ quello di Spagna ed Italia: riusciranno a riprendere – nel giro di due o tre anni – un trend di crescita potenziale dell’ordine del 2% del reddito all’anno? Altrimenti, raggiungeranno la serie A solo molto piu’ tardi.

WSI
5) Qual e’ il ruolo che Bce e Fmi dovrebbero avere (interventi sul primario, secondario)?

Giacomo Vaciago
La ECB dovrebbe – in sua piena autonomia – garantire che non ci siano “spreads” che manifestano diverse politiche monetarie nell’area euro, come succede da sei mesi. Lo garantira’ di sicuro nei confronti dei paesi della serie A, e gli altri ? Il Fondo monetario internazionale continuera’ a finanziare i paesi euro, non essendo piu’ credibile che lo possa fare un Fondo europeo, che necessariamente avra’ un rating inferiore.

Giacomo Vaciago e’ docente di politica economica all’Universita’ Cattolica, con particolare riferimento ai temi relativi alla moneta. In piu’ occasioni e’ stato consulente del Governo ed ha alle sue spalle un’esperienza amministrativa nel 1994-98 come sindaco di Piacenza. Dal 1983 e’ editorialista de Il Sole 24 Ore.