Economia

Italia, commercio estero in netto peggioramento a marzo e nel trimestre

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(Teleborsa) – Nel mese di marzo 2010 le esportazioni dell’Italia aumentano del 17,1 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con andamenti più dinamici per il mercato comunitario (più 20,5 per cento) rispetto a quello esterno all’Unione (più 12,5 per cento). Le importazioni registrano un incremento del 22,6 per cento, derivante da una crescita del 20,6 per cento dei flussi dai paesi Ue e da un aumento del 25,3 per cento di quelli provenienti dai paesi non comunitari. Lo comunica l’Istat. Complessivamente, a marzo 2010 il saldo commerciale risulta negativo per 1.342 milioni di euro, in netto peggioramento rispetto all’avanzo di 69 milioni di euro dello stesso mese del 2009. Le dinamiche congiunturali dei flussi, misurate dai dati destagionalizzati, evidenziano a marzo 2010, rispetto al mese precedente, incrementi del 2,2 per cento per le esportazioni (più 2 per cento per i paesi Ue e più 2,4 per cento per i paesi extra-Ue) e del 2,6 per cento per le importazioni (più 1,1 per cento dai paesi Ue e più 4,4 per cento da quelli extra-Ue). Quanto all’ultimo trimestre, le esportazioni al netto della stagionalità aumentano del 6,9 per cento e le importazioni del 10,1 per cento, con andamenti più dinamici dei flussi da e verso i paesi non comunitari. Nel primo trimestre 2010, rispetto al corrispondente periodo del 2009, le esportazioni sono aumentate del 9,2 per cento (più 10,8 per cento per i paesi Ue e più 6,8 per cento per i paesi esterni all’area) e le importazioni del 12,2 per cento (più 13,7 per cento per l’area Ue e più 10,3 per cento per quella extra-Ue). Nel primo trimestre il deficit commerciale, pari a 7 miliardi di euro, è più ampio di quello (meno 4,4 miliardi di euro) del corrispondente periodo del 2009. Nei primi tre mesi del 2010 l’aumento del valore delle esportazioni rispetto allo stesso periodo del 2009 è spiegato soprattutto da una crescita dei volumi (più 7,5 per cento), con un incremento dei valori medi unitari dell’1,8 per cento. Anche dal lato delle importazioni la crescita dei volumi (più 9,7 per cento) prevale nettamente su quella dei valori medi unitari (più 2,8 per cento).