Società

«ITALIA,
IL DOWNGRADE
E’ GIA’ NEI PREZZI»

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(WSI) – IL VOTO VISTO DAI REPORT I toni sempre più virulenti della campagna elettorale appena conclusa almeno un pregio ce l’hanno. I mercati, che temono sopra ogni cosa che dalle urne emerga un pareggio, leggono nell’asprezza del confronto un segnale che l’Italia non si farà tentare dagli inciuci. «Speriamo che l’acrimonia dimostrata dai due schieramenti si sostanzi nella ripetizione del voto nel caso (ci auguriamo remoto) che le elezioni finiscano in un pareggio», dice Angelo Manca, gestore di Schroders interpellato alla vigilia del voto.

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Anche Bank of America, in un report diffuso dopo l’ultimo confronto Prodi-Berlusconi, vede una Grosse Koalition a Roma come improbabile. Nella tabella qui sopra, tratta dallo studio firmato dall’economista Lorenzo Codogno, l’ipotesi non viene nemmeno presa in considerazione. C’è però un’altra possibilità. «In caso di pareggio – sostiene Codogno – è probabile che alcune frange centriste si uniscano al campo opposto per formare una maggioranza risicata e intrinsecamente instabile».

Poche anche le probabilità assegnate dall’economista all’ipotesi di una vittoria a valanga del centro-sinistra. «Un evento simile – aggiunge – si avrebbe in caso di maggioranza talmente ampia da poter avviare importanti riforme senza l’appoggio dei comunisti. Ma, dato che i due partiti comunisti insieme contano per circa il 10%, l’eventualità resta molto improbabile».

Lo scenario più inquietante, «un incubo per i mercati», si avrebbe in caso di maggioranze diverse nei due rami del Parlamento, che costringerebbero a formare un governo ad interim in attesa di nuove elezioni.

Ma che aspettative hanno i mercati per il dopo elezioni? Significativi in questo senso sono i pareri (riportati qui sotto) raccolti tra alcuni dei gestori che partecipano al tradizionale forum di primavera di Borsa & Finanza. In mezzo a un generale scetticismo sulle possibilità reali di incidere di chiunque vinca e alla convinzione che alla lunga prevalgano altri fattori (i vincoli europei, il legame dell’euro, le spinte del mercato) emerge qualche indicazione anche sulle prospettive dei mercati.

È ancora il report di Bank of America a fare la sintesi: «Da un governo Prodi ci si può attendere un atteggiamento più responsabile dal punto di vista fiscale, con più attenzione a ridurre le uscite. D’altro canto un governo Berlusconi dovrebbe essere più favorevole al mondo degli affari, a partire dal fatto che la coalizione frammentata di Prodi potrebbe mettere a rischio l’ancora modesta flessibilità del mercato del lavoro introdotta finora». Uno studio di Barclays Capital trae le conclusioni anche per quanto riguarda l’impatto sui titoli del debito italiani. «L’outlook S&P sull’Italia resta negativo – si legge nel report – chiunque vinca dovrà presentare una strategia credibile per ridurre il debito ed evitare il downgrade.

Basandosi sui risultati del passato, Prodi godrebbe di maggiore credibilità sui mercati e questo porterebbe gli investitori quantomeno a ricoprire le posizione short». Lo stesso studio fa però rilevare come le quotazioni delle obbligazioni decennali italiane siano più vicine ai livelli della Grecia, che ha un rating A+ di S&P quindi inferiore all’Italia, che al Portogallo, il cui rating è al livello superiore. «Ne discende – dicono da Barclays – che buona parte del rischio downgrade è già stato scontato dal mercato».

Sul versante della Borsa, al di là di volatili effetti «emotivi», nel breve non ci si attendono terremoti. Però c’è attenzione su singoli temi: «Riteniamo che la Borsa sia sostenuta da fattori diversi – dice Manca di Schroders – ma in quanto azionisti di Gemina, Aeroporto di Firenze e Save, seguiamo con attenzione la questione delle tariffe aeroportuali sollevata dal governo nell’autunno scorso». Media e telecom sono gli altri settori sono osservazioni (a partire ovviamente da Mediaset). Su un punto tutti concordano: chiunque vinca non potrà perdere tempo. La window of opportunity per avviare le riforme e convincere i mercati sarà solo di qualche mese. Perfino per il più ottimista, Codogno, abbiamo solo 12-18 mesi a disposizione.

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