(Teleborsa) – Ad agosto, nella pubblica amministrazione, è stato recepito l’accordo per i dipendenti dei conservatori relativo al biennio 2008-2009 e pertanto già scaduto ed è terminata a fine mese la validità economica dell’accordo riguardante i lavoratori del vetro. Alla fine di agosto risultano in vigore 36 contratti, che regolano il trattamento economico di circa 8,3 milioni di dipendenti; a essi corrisponde un’incidenza in termini di monte retributivo pari al 60,4 per cento. Sono, invece, in attesa di rinnovo 42 accordi, relativi a circa 4,8 milioni di dipendenti e al 39,6 per cento del monte retributivo totale. A livello settoriale, spiega l’ISTAT in una nota, le quote di contratti nazionali vigenti sono molto differenziate: la copertura è totale nel settore agricolo, è pari al 94,6 per cento per l’industria e al 68,9 per cento per i servizi privati. Nella pubblica amministrazione, invece, a partire da gennaio 2010 tutti i contratti sono scaduti e la copertura risulta nulla. L’indagine consente di calcolare la quota dei contratti collettivi nazionali di lavoro che rimarrebbe in vigore nel semestre successivo, nell’ipotesi di assenza di rinnovi. L’incidenza (in termini di monte retributivo contrattuale rispetto al totale osservato nel dicembre 2005) dei contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore rilevata ad agosto 2010 si ridurrebbe lentamente sino a dicembre 2010 (scendendo al 58,8 per cento) per poi cadere al 34,9 per cento da gennaio 2011, a causa della scadenza di numerosi accordi, in particolare nel settore dei servizi privati, alla fine del 2010. Sulla base delle disposizioni definite dai contratti in vigore alla fine del mese di agosto 2010 si può calcolare che l’indice delle retribuzioni orarie contrattuali per l’intera economia, proiettato per l’anno 2010, registrerebbe un incremento medio annuo del 2,1 per cento. Con riferimento al semestre settembre 2010-febbraio 2011, in assenza di rinnovi, il tasso di crescita tendenziale dell’indice generale scenderebbe dall’1,7 per cento di settembre all’1,4 per cento di dicembre, per poi risalire all’1,8 per cento a partire da gennaio. Nell’interpretare questi risultati si deve tenere conto dell’incidenza dei contratti scaduti o in scadenza. A seguito dei contratti scaduti e recepiti nel mese di agosto, la quota di dipendenti in attesa di rinnovo è pari, per l’intera economia, al 36,4 per cento ), in lieve aumento rispetto a luglio 2010 (36,2 per cento) e in forte crescita rispetto ad agosto 2009 (13,3 per cento). I mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono, in media, 13,8, in aumento rispetto a luglio 2010 (13,0), ma in calo rispetto a un anno prima (15,4). Infine, l’attesa media distribuita sul totale dei dipendenti è pari a 5,0 mesi, a fronte di 4,7 mesi a luglio 2010 e 2,0 mesi ad agosto 2009. L’andamento di tali indicatori, che consentono di monitorare la tensione contrattuale per l’intera economia, è presentato nei successivi grafici, che riportano la quota di dipendenti con contratto scaduto e la durata (in mesi) della vacanza contrattuale, sia per coloro che attendono il rinnovo (indicatore specifico), sia per il totale dei dipendenti (indicatore generico).
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