(Teleborsa) – A marzo 2010, rispetto allo stesso mese del 2009, le esportazioni aumentano del 12,5 per cento e le importazioni del 25,4 per cento. Il saldo commerciale con i paesi extra Ue risulta pari a meno 1.213 milioni di euro, in peggioramento rispetto all’avanzo (più 165 milioni di euro) dello stesso mese del 2009. Lo comunica l’Istat. Al netto della stagionalità, rispetto al mese di febbraio 2010, le esportazioni crescono del 2,3 per cento e le importazioni del 4,5 per cento. Nel trimestre gennaio-marzo 2010, rispetto al trimestre precedente, le esportazioni aumentano del 7,2 per cento e le importazioni del 14,5 per cento. Nel periodo gennaio-marzo 2010, rispetto allo stesso periodo del 2009, si registrano incrementi sia per le esportazioni (più 6,8 per cento), sia per le importazioni (più 10,3 per cento). Il saldo commerciale dei primi tre mesi del 2010 è pari a meno 6.030 milioni di euro, in peggioramento rispetto al deficit di 4.556 milioni di euro registrato nello stesso periodo del 2009. Al netto del comparto energetico, la bilancia commerciale con i paesi extra Ue mostra un attivo di 5.968 milioni di euro, in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2009 (più 6.318 milioni di euro). A marzo 2010 si rilevano incrementi tendenziali delle esportazioni verso la maggior parte dei principali partner commerciali, ad eccezione del Giappone (meno 3,1 per cento) e dei paesi OPEC (meno 1,9 per cento). In particolare le esportazioni sono aumentate verso la Turchia (più 57 per cento), i paesi Mercosur (più 52,1 per cento), i paesi ASEAN (più 35,3 per cento), i paesi EDA (più 29,1 per cento), l’India (più 25,9 per cento), l’Oceania e altri territori (più 25,2 per cento), la Cina (più 14,5 per cento) e gli Stati Uniti (più 8,6 per cento). Dal lato delle importazioni aumentano, in particolare, quelle dalla Cina (più 43,3 per cento), dalla Russia (più 36,7 per cento), dalla Turchia (più 29,6 per cento), dai paesi OPEC (più 28 per cento), dai paesi EDA (più 24,4 per cento), dai paesi ASEAN (più 10,4 per cento) e dagli Stati Uniti (più 9 per cento). Si segnalano, invece, diminuzioni tendenziali delle importazioni dalla Svizzera (meno 4,1 per cento), dall’Oceania e altri territori (meno 2,9 per cento) e dal Giappone (meno 2 per cento).