(Teleborsa) – Alla fine di giugno 2010 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la sola parte economica, interessano il 64,3 per cento degli occupati dipendenti rilevati per il periodo di riferimento degli indici (dicembre 2005); a essi corrisponde una quota del 61,1 per cento del monte retributivo osservato. Lo comunica l’ISTAT L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è aumentato dello 0,1 per cento rispetto al mese precedente e del 2,5 per cento rispetto a giugno 2009; la crescita registrata nel periodo gennaio-giugno 2010, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, è del 2,3 per cento. Nel mese di giugno, a fronte di una variazione tendenziale media di più 2,5 per cento , i settori che presentano gli incrementi più elevati sono alimentari, bevande e tabacco (5,2 per cento), telecomunicazioni (4,5 per cento), energia e petroli (4,4 per cento), regioni e autonomie locali e servizio sanitario nazionale (4,0 per cento per entrambi), estrazioni minerali e commercio (per entrambi la variazione è del 3,9 per cento). Gli incrementi minori si osservano, invece, per ministeri, scuola, forze dell’ordine e militari-difesa (in tutti i casi l’aumento è stato dello 0,3 per cento). A giugno nel settore industriale sono stati rinnovati due accordi tra quelli monitorati dall’indagine: calzature e pelli e cuoio. Alla fine di giugno risultano, quindi, in vigore 39 contratti, che regolano il trattamento economico di circa 8,4 milioni di dipendenti; a essi corrisponde un’incidenza in termini di monte retributivo pari al 61,1 per cento. Risultano, invece, in attesa di rinnovo 39 accordi, relativi a circa 4,7 milioni di dipendenti e al 38,9 per cento del monte retributivo totale.