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Islanda: segreto successo? La liquidazione del debito

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NEW YORK (WSI) – Viene spesso presa in causa come l’unica nazione che e’ riuscita a ribellarsi allo strapotere della finanza, spingendo un intero governo alle dimissioni con manifestazioni pacifiche. E’ anche l’unico esempio positivo di un continente, quello europeo, che continua inesorabile a scivolare sempre piu’ in profondita’ nella buca della depressione economica.

Il successo e’ talmente evidente da aver spinto persino i media finanziari americani e inglesi a tesserne le lodi. Qual e’ il segreto di Reykjavik? Aver liquidato gran parte del suo debito. Dal crack finanziario del 2008, le banche islandesi hanno visto cancellata una fetta del loro debito pari al 12,4% del Pil.

Nel frattempo, nel periodo che va dallo scoppio della crisi alla fine del 2012, sono state svalutate 212 miliardi di corone (1,7 miliardi di dollari) di debito in mano alle famiglie.

Sono i dati comunicati al parlamento dall’associazione dei servizi finanziari islandesi. Il gruppo prevede che altre 35,2 miliardi di corone di debiti veranno eliminati quest’anno, sempre come effetto delle modifiche da apportare agli accordi sui prestiti stabilite da una sentenza della Corte Suprema.

Il verdetto del tribunale ha sancito ad esempio l’illegalita’ di quei mutui sottoscritti indicizzati ai tassi di cambio.

In seguito al default di circa 85 miliardi di dollari di debiti, le maggiori banche del paese hanno fatto crack nell’ottobre del 2008.

Di quella cifra, 45,8 miliardi di corone di debito privato sono stati annullati dopo l’accordo stipulato dalle parti secondo cui i debiti superiori al 110% del valore della proprieta’ immobiliare vanno svalutati interamente.

Il colasso del sistema finanziario ha chiaramente messo in grave crisi l’economia di uno stato che dipendeva cosi’ tanto da quel settore. E la disoccupazine e’ aumentata di nove volte, scatenando un effetto recessivo.

Ma il popolo non ha accettato che fossero gli altri a scrivere la fine della storia e in particolare che cittadini onesti ci dovessero rimettere per le cattive scelte e governance della classe bancaria e politica. Le proteste pacifiche all’esterno del parlamento hanno portato alle dimissioni del governo e alla ridiscussione dei termini dei debiti sottoscritti dalle famiglie.