(Teleborsa) – Le pressioni inflazionistiche non dovrebbero mutare di molto nell’innediato periodo. Lo ha affermato l’ISAE nel consueto commento dei dati ISTAT sui prezzi al consumo. La stima preliminare dei prezzi al consumo (NIC) diffusa dall’ISTAT segnala a novembre una stabilità dell’inflazione, si legge nella nota dell’Istituto. Il tasso di incremento su base annua si è attestato all’1,7%, un ritmo analogo a quello di ottobre. Su base destagionalizzata, la dinamica a breve dell’inflazione evidenzia solo un modesto aumento. Le elaborazioni effettuate dall’ISAE, che depurano la stima preliminare ISTAT dagli effetti della componente stagionale, segnalano un ritmo di crescita congiunturale dei prezzi al consumo negli ultimi tre mesi pari al1’1,5% in termini annualizzati, appena più sostenuto rispetto all’1,4% dei tre mesi terminanti in ottobre. In termini di indice armonizzato (IPCA) la dinamica tendenziale è risultata in rallentamento, scendendo all’1,8% dal 2% di ottobre. Il divario tra l’inflazione italiana e quella dei paesi partner della zona euro è tornato leggermente a nostro favore, dato che la stima flash dell’EUROSTAT relativa all’andamento dei prezzi al consumo nell’area in novembre ha messo in evidenza un tasso di inflazione dell’1,9%, invariato rispetto a ottobre. Il sostanziale allineamento tra i ritmi di crescita dei prezzi in Italia e nella zona euro si sta realizzando grazie ad una dinamica delle componenti più volatili (energia e alimentari) che continua a mantenersi più contenuta nel nostro Paese. In termini di core inflation il divario inflazionistico rimane viceversa ancora ampio e di poco inferiore al punto percentuale (0,7 punti in ottobre, ultimo dato disponibile). La dinamica mensile dell’indice nazionale NIC è risultata nulla. Metà dei capitoli di spesa ha mostrato una evoluzione decisamente contenuta, con variazioni dei prezzi appena positive. Un apporto determinante alla stabilità dell’indice generale è venuto dai servizi ricettivi e per la ristorazione, i cui prezzi sono diminuiti dell’1,3%, una caduta decisamente più pronunciata rispetto al consueto profilo stagionale. Anche i prezzi del capitolo dei trasporti hanno registrato una diminuzione: su di essa hanno influito essenzialmente i forti ribassi dei costi dei biglietti aerei, mentre i prezzi dei carburanti dovrebbero aver segnato aumenti intorno all’1-1,5% dopo l’andamento più moderato dei mesi precedenti. Alla luce degli sviluppi attuali delle principali variabili di riferimento, spiega l’ISAE, per i mesi immediatamente a venire non si prospettano dinamiche dei prezzi troppo divergenti dalle attuali. Gli operatori economici, imprese e famiglie, esprimono tuttavia attese inflazionistiche leggermente diverse tra loro. Secondo quanto emerge dall’inchiesta mensile dell’ISAE, qualche circoscritto rialzo potrebbe delinearsi per i listini delle imprese che producono beni destinati al consumo: nel saldo destagionalizzato, la quota degli imprenditori che intendono aumentare i prezzi di vendita è nuovamente cresciuta rispetto a quella di coloro che ne prevede una riduzione.
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