Le cifre sono preoccupanti e non fanno altro che confermare un quadro gia’ difficile: solo nel mese di dicembre gli irlandesi (ma non solo) hanno ritirato dai loro conti correnti in banca 40 miliardi di euro, il 50% in piu’ sul mese prima. Sono i correntisti dall’estero a ritirare cash al ritmo piu’ veloce: 35 miliardi nell’ultime mese del 2010 e 91 miliardi su tutto l’anno. Lo scrive il quotidiano irlandese Indipendent.
Il deflusso 2010 complessivo registrato dai principali 15 gruppi finanziari del paese e’ di 110 miliardi. Si ricorda che il piano di salvataggio del paese targato Ue e Fmi e’ stato di 85 miliardi. Se tradotta su scala statunitense, la perdita sarebbe di migliaia di miliardi. Ovviamente la Bce ha tentato (forse inutilmente) di arginare la situazione garantendo liquidita’ d’emergenza giorno dopo giorno anche se, come emerso dai dati di ieri, il supporto da parte dell’Eurotower a dicembre verso gli istituti locali e’ sceso di 2,7 miliardi a 94 miliardi. E’ una cifra comunque maggiore dei 58,5 miliardi con cui era iniziato l’anno scorso.
Il punto fondamentale e’ capire fino a quando la Bce sara’ disposta a sostenere il settore e a quali condizioni. Lo dimostra il fatto che la settimana scorsa la banca centrale guidata da Trichet ha sospeso per la prima volta dall’ottobre scorso il programma di acquisto di titoli di stato (l’istituto non ha mai comunicato quali paesi ha preferito aiutare ma vista la situazione l’Irlanda sembra inclusa). C’e’ chi ha interpretato la mossa come un chiaro messaggio ai vertici della Ue affinche’ trovino una soluzione condivisa alla crisi del debito che deve essere trovata non necessariamente a spese della Bce, impegnata sul fronte inflativo (e’ stato superato il target del 2%). Domani focus sulla decisione sui tassi e la consueta conferenza.