Società

Irlanda ed Europa sotto attacco, Cds ai nuovi record

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Rieccoci di nuovo, con gli investitori che prendono d’assalto i titoli governativi dei paesi europei più in difficoltà con i loro conti pubblici, colpendoli senza alcuna esitazione con una nuova ondata di sell off.

La tensione, sempre più alta, è dimostrata oggi dal balzo dei cds, ovvero dei costi che vengono sostenuti per tutelarsi dal rischio di default di un determinato paese. Non solo i cds per tutelarsi contro l’Irlanda, ma anche i cds contro i rischi del Portagallo e della Spagna hanno testato in mattinata i nuovi massimi storici.

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Tornando poi al caso specifico dell’Irlanda- per cui è scattato da ore l’allarme rosso per i suoi conti – anche lo spread tra i titoli decennali irlandesi e quelli tedeschi è a livelli record. D’altronde, si fa sempre più concreta la possibilità che, così come ha fatto mesi fa la Grecia, anche il paese bussi alla porta dell’Unione europea e dell’Fmi.

“E’ lo stesso trend a cui abbiamo già assistito. Il mercato è molto nervoso. Nel breve termine non c’è liquidità nelle curve dei cds relative all’Irlanda e al Portogallo”, ha fatto notare Gavan Nolan, analista di Markit, intervistato da Reuters.

E comunque, come si fa a essere tranquilli, dopo le dichiarazioni dello stesso governatore della Banca di Irlanda e membro della Bce Patrick Honohan, che ieri ha snocciolato cifre da brivido, affermando che le perdite delle banche ammontano a 85 miliardi di euro, ovvero al 55% del Pil del paese?

Certo, il presidente della Commissione europea Barroso ha dichiarato che la Ue è pronta ad aiutare l’Irlanda utilizzando tutti i mezzi a disposizione. Ma è proprio questo che i mercati temono: di fatto, un altro caso Grecia. Di qui gli attacchi speculativi.

Intervistato da Class Cnbc, Carlo Aloisio di Unicredit fa notare tuttavia alcune differenze che esistono tra il caso Grecia e i casi di Irlanda e Portogallo, ricordando contestualmente che la storia dei problemi dei conti pubblici di questi due paesi Piigs era ben nota da tempo.

Aloisio ammette inoltre che la situazione della Grecia appariva a quei tempi più preoccupante di quella che stanno attraversando ora i due paesi sopracitati. “Questo, perchè molte banche europee avevano in portafoglio il debito greco, Mentre in termini quantitativi i debiti irlandese e portoghese sono meno presenti” tra gli investimenti degli operatori e degli istituti di credito.

Ora, “questa non è affatto una scusante. Ma al momento ritengo che più che a una minaccia vera e propria di default stiamo assistendo ai movimenti speculativi di chi fa trading di breve periodo sull’onda delle notizie. Notizie che poi, alla fine, rientrano”.

La speranza è che il broker abbia ragione. Sta di fatto che i rendimenti richiesti ai bond di Irlanda, Portogallo e Grecia, salgono oggi per il dodicesimo giorno consecutivo, allargando ulteriormente il divario (spread) che accusano rispetto ai titoli di Stato della Germania, i bund utilizzati come riferimento per le emissioni nell’area euro.

Precisamente, stamattina lo spread tra i bond irlandesi e i bund ha segnato un nuovo picco a 650 punti base. Materialmente significa che i titoli irlandesi devono offrire un rendimento di 6,5 punti percentuali superiore a quelli della Germania per trovare acquirenti sul mercato.

In rialzo anche lo spread del Portogallo, a 4,89 punti percentuali; e anche i bond della Spagna subiscono alcune pressioni dopo che oggi la stima preliminare sul pil ha mostrato una economia al palo nel terzo trimestre: lo spread dei bond spagnoli sui bund sale a 2,16 punti percentuali.

In lieve rialzo oggi anche lo spread dei titoli di Stato dell’Italia sui bund, che tuttavia resta a livelli più contenuti rispetto ai suddetti paesi, circa 1,75 punti percentuali.