Gli Stati Uniti rinvieranno l’attacco militare contro l’Iraq almeno fino a febbraio, come minimo, dopo aver ottenuto l’importante vittoria diplomatica all’Onu venerdi’ 8 novembre.
Fonti diplomatiche occidentali dell’ambiente delle Nazioni Unite a New York sostengono che l’approvazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza da’ a Saddam Hussein almeno altri tre mesi di respiro.
A quel punto, o Saddam avra’ completato il disarmo del paese, come e’ stabilito dal testo approvato dalle Nazioni Unite, oppure subira’ l’attacco militare da parte di Washington.
Nel frattempo le dichiarazioni ufficiali del governo americano farebbero pensare che una guerra e’ invece imminente. L’Iraq – dicono le agenzie di stampa da Washington – sara’ costretto a standard da “tolleranza zero” nell’applicare il dettato della risoluzione Onu sul disarmo del paese.
Ogni infrazione, hanno fatto sapere domenica funzionari dell’amministrazione Bush, potra’ essere fatta seguire dallo scatenamento della forza militare Usa, con o senza il via libera del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
“Le Nazioni Unite possono organizzare meeting e discutere – ha confermato il capo di gabinetto della Casa Bianca, Andrew Card, in un’intervista alla trasmissione televisiva Meet the Press della Nbc – ma noi non abbiamo bisogno del loro permesso”.
Anche Condoleeza Rice, Consigliere per la Sicurezza Nazionale, ha fatto capire che Washington inizialmente cerchera’ di avere l’OK dell’Onu per un’eventuale azione militare, nel caso Saddam violasse la risoluzione (la Rice e’ scettica sul fatto che cio’ possa avvenire) ma il presidente Bush – ha detto – si riserva comunque “il diritto di usare la forza senza l’approvazione del Consiglio di Sicurezza”.