A cura dell’avvocato Valerio Rugge*
Lo scorso 8 maggio 2018 il Presidente Donald Trump ha annunciato la propria decisione ritirare gli Stati Uniti d’America dal Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA) e di far rivivere le sanzioni statunitensi sospese successivamente all’entrata in vigore dell’accordo sul nucleare iraniano.
Questa decisione, attesa per il 12 maggio prossimo, è stata anticipata e annunciata mentre a Tehran si svolgeva la ventitreesima edizione dell’International Oil & Gas Exhibition, una delle iniziative di settore più partecipate a livello internazionale, con visitatori ed espositori da tutto il mondo (Stati Uniti inclusi).
Dal cosiddetto Implementation Day (16 gennaio 2016) all’8 maggio scorso la presenza degli Stati Uniti tra i paesi firmatari del JCPOA aveva garantito la sospensione delle sanzioni primarie U.S. nei confronti dell’Iran e la forte riduzione di quelle secondarie (atte a sanzionare anche soggetti non statunitensi che avessero violato le restrizioni imposte dall’embargo americano).
A seguito della decisione presa da Donald Trump questo regime sanzionatorio è destinato a cambiare radicalmente: le sanzioni statunitensi vigenti prima del 16 gennaio 2016 torneranno pertanto in vigore, ma solo a seguito di due periodi di tolleranza che consentiranno la prosecuzione delle attività iniziate in conformità all’accordo fino alla scadenza del termine.
In particolare sono previsti due periodi di cosiddetto wind-down:
- uno di 90 giorni a decorrere dall’8 maggio 2018 (con scadenza il 6 agosto 2018);
- uno di 180 giorni a decorrere dall’8 maggio 2018 (con scadenza il 4 novembre 2018).
In conformità a ciò, a far data dal 6 agosto 2018 torneranno sanzionabili le seguenti attività e settori:
- a) l’acquisto di dollari da parte del governo iraniano;
- b) il commercio con l’Iran di oro o metalli preziosi;
- c) la vendita diretta o indiretta, la fornitura, il trasferimento verso e dall’Iran di grafite, di metalli grezzi o semi-lavorati quali alluminio e acciaio, di carbone, di software per l’integrazione di processi industriali;
- d) le transazioni significative relative all’acquisto o alla vendita di rial iraniani ovvero il mantenimento di fondi rilevanti o conti al di fuori del territorio iraniano denominati in rial iraniani;
- e) l’acquisto, la sottoscrizione o l’agevolazione all’emissione di titoli di debito pubblico iraniani;
- f) il settore automobilistico iraniano.
Al termine del secondo periodo di wind-down (ossia a far data dal 4 novembre 2018) torneranno poi sanzionabili anche i seguenti settori, operatori e le seguenti attività:
- a) gli operatori portuali iraniani, il settore navale e della cantieristica navale, la Islamic Republic of Iran Shipping Lines, la South Shipping Line Iran e le società loro affiliate;
- b) le transazioni relative al settore petrolifero, incluso l’acquisto dall’Iran di petrolio, di prodotti petroliferi e petrolchimici;
- c) diverse società tra cui la National Iranian Oil Company, la Naftiran Intertrade Company, la National Iranian Tanker Company;
- d) le transazioni effettuate da istituzioni finanziarie straniere con la Banca centrale iraniana e le altre istituzioni finanziarie iraniane indicate dal NDAA;
- e) la fornitura di servizi di messaggistica finanziaria specialistica resi a favore della Banca centrale iraniana o di altre istituzioni finanziarie iraniane indicate dal CISDA;
- f) la fornitura di servizi di assunzione del rischio, assicurazione o riassicurazione;
- g) il settore dell’energia in Iran.
Non è tutto: già nel corso delle prossime settimane saranno revocate le licenze speciali e generali rilasciate dall’OFAC (l’ufficio del Dipartimento del Tesoro americano preposto al controllo dei beni esteri) ad imprese statunitensi od europee ed emesse a seguito del 16 gennaio 2016 per attività in Iran o con controparti iraniane. Le stesse saranno sostituite da autorizzazioni temporanee con scadenza al termine dei periodi di wind-down.
Da ultimo merita menzione il programmato reinserimento all’interno della lista SDN (Specially Designated Nationals and Blocked Persons) di tutti i soggetti – incluso il governo iraniano e larga parte delle istituzioni finanziarie iraniane – che dalla stessa erano stati espunti successivamente al 16 gennaio 2016. Tale reinserimento avverrà a partire dal 5 novembre 2018, data da cui potranno tornare sanzionabili eventuali relazioni commerciali intrattenute anche da società europee con soggetti nuovamente iscritti.
* Rugge vive a Tehran ed è un avvocato a capo dell’unico studio legale europeo che da anni ha una presenza diretta in Iran
** L’articolo è stato corretto in data 11 maggio: la data indicata erroneamente per il wind down (4 novembre 2014) è stata sostituita con quella esatta: 4 novembre 2018