Sembra quasi un paradosso che in un momento in cui si sente dire spesso che l’investimento azionario assomiglia sempre più a una vincita al lotto, proprio in borsa approdi la società di gestione Lotto. E pure in questo 2001 strano, che sta vivendo l’ultimo colpo di coda dello sgonfiamento della bolla speculativa della new economy, questo paradosso diventerà concreto il 17 maggio, con l’inizio delle contrattazioni del titolo Lottomatica.
Sul mercato arriverà il 25,05% del capitale post aumento finalizzato all’IPO, con una forchetta di prezzo indicativa per il bookbuilding ricompresa tra i €4,75 e i €6,50. Con un’escursione possibile del prezzo di collocamento nell’ordine del 37%, risulta alquanto difficile calcolarne la congruità e l’unica considerazione di massima che si può fare è che con un utile consolidato al 31 dicembre 2000 per 95,224 miliardi di lire il rapporto tra prezzo e utile del titolo sarebbe in linea con la media storica a 10 anni del mercato italiano; anche se leggermente superiore man mano che ci si sposta verso la parte alta della forchetta.
Le considerazioni però sull’opportunità di sottoscrivere o meno questo nuovo titolo non potranno prescindere dalla valutazione di altri fattori, alcuni esogeni (come la dinamica del mercato e l’accoglienza riservata ai collocamenti in questa fase di incertezza e volatilità), altri endogeni (come la dinamica dei risultati, le prospettive e le strategie per fronteggiare i mutamenti di scenario).
Prima di tutto va precisato che Lottomatica non è una cosiddetta start-up: la società è operativa dal ’91 (nonostante da allora abbia subito diverse modificazioni e cambiato il proprio perimetro di consolidamento) e da tempo ormai opera in utile. Oggi Lottomatica Spa è composta da Lottomatica Italia Servizi (100%), Lottomatica Sistemi (100%), Lottomatica International (100%) e Twin (93.78%).
E’ ormai dal ’93 che la società gestisce (come concessionaria) per conto dello Stato il gioco del Lotto, ma nel ’99 ha compiuto una svolta storica che l’ha portata a sfruttare sinergicamente la propria struttura per ampliare la gamma dei prodotti offerti ed entrando nelle attività di servizi di automazione per il cittadino (ad es. bollo auto), per l’impresa (ricariche per cellulari Tim e Omnitel) e di biglietteria. Anche per quel che riguarda il gioco il campo di attività non è rimasto statico, ma sono ormai parte delle offerte della società anche TRIS e Formula 101.
Il settore dei giochi (oggi fortemente regolamentato) che allo stato attuale rappresenta il core business di Lottomatica, è diviso in gaming (Lotto, Lotterie e giochi gestibili a totalizzatore); betting (scommesse a quota fissa); gambling (giochi da casinò): tra questi già dal ’95 il Lotto rappresenta il segmento più esteso, con una quota sul totale dei volumi per il 2000 del 43%, e con una crescita dell’intero comparto ascrivibile in larga parte all’evoluzione positiva proprio di questo segmento. Come aree geografiche l’Europa e l’America del Nord restano le localizzazioni più profittevoli, con una presenza per il solo mercato italiano del 12,9% del totale. A fronte di una crescita del gaming negli ultimi anni del 9%, la componente del Lotto in Italia si è evoluta a un tasso medio del 21% circa, tanto che oggi nel nostro Paese (nonostante l’introduzione di nuovi giochi molto apprezzati dal grande pubblico) la quota sul totale si attesta al 57%.
La società è riuscita nel tempo a coniugare la tradizione di un gioco antico di 500 anni con la modernità dei sistemi di gestione, grazie anche alla creazione e al rafforzamento di una rete informatica capillare (secondo più estesa in Europa nel segmento online real time) e al contempo flessibile, affidabile e sicura. E proprio il tema della sicurezza è uno dei fiori all’occhiello della società. La concessione statale è infatti “piena” e riguarda tutte le fasi operative del gioco, compresa la gestione e la contabilizzazione di ampi flussi di denaro. Al sistema integrato ha sempre fatto riscontro un ulteriore elemento di caratterizzazione positiva e cioè la capacità di gestire in tempo rapido il sistema dei pagamenti. Inoltre la gestione di questa attività è senza rischio specifico per l’attore stesso in quanto nel gioco Lottomatica agisce come intermediario tra lo stato che “gioca” contro il pubblico.
Il know how e il background nella gestione dei giochi regolamentati dovrebbero consentire un cash flow solido e un payout stabile (che la società individua tra il 70% e l’80%), ma le competenze acquisite sono anche considerate la leva sulla quale costruire l’operatività in altri campi, sfruttando sinergie: è questo il caso della scelta di operare nei servizi, un business che allo stato attuale conta all’incirca per il 3% del totale ma per il quale c’è un obiettivo di incidenza sul fatturato nell’ordine del 20%.
La scelta di operare nei servizi consente tra l’altro di sfruttare la marginalità della rete, senza però andare a incidere sugli standard. Questo mercato si sta rivelando profittevole, in quanto in tutti e tre i segmenti di business tra il 1999 e il 2000 si è registrata crescita dei risultati. Tuttavia, anche per far fronte alle nuove esigenze, la società ha scelto di internalizzare molte funzioni, con lo scopo anche di riportare sotto controllo buona parte della catena del valore, per esaltare i singoli fattori di redditività: ma questo ha anche comportato una crescita dei costi operativi del 17% (facenti capo anche al raddoppio del personale impiegato).
Sfruttando anche la trasparenza che la quotazione in borsa comporterà per il titolo, la società intende tentare di esportare all’estero il proprio modello di business, facendo leva anche sulla presenza radicata in altre aree geografiche dei propri maggiori azionisti, Telecom e Olivetti (tra questi figura anche BNL, che, come Responsabile del Collocamento e Coordinatore dell’Offerta Globale, si trova in una situazione di conflitto di interessi). Inoltre, intende estendere sempre più la propria presenza nei servizi sfruttando anche tutte le potenzialità implicite del mercato: quindi non solo estensione delle offerte attuali, ma anche concorrenza diretta a Poste e Banche per il pagamento delle utenze, tentativo di essere un player attivo nelle iniziative che saranno messe in campo dal CONI e degli spazi legati al cambiamento di regolamentazione della SIAE sui biglietti. Una chiave strategica nelle nuove forme di sviluppo per Lottomatica sarà rappresentata proprio dalla rete di riferimento dei tabaccai, che saranno chiamati a operare in maniera attiva e propositiva. A fronte di un business tradizionale per essi in contrazione Lottomatica offre nuovi canali di sbocco, compreso quello del merchandising legato agli eventi sportivi, come punto di riferimento fisico per una eventuale rete di B2C (che faccia capo a un portale Lottomatica), per il fisco a livello decentrato e per le servizi di sportello tramite carta di identità elettronica.
Tuttavia, chi si accosti a questa società non può ignorare alcuni punti di perplessità che la lettura di strategie e “numeri” suscitano. Prima di tutto la società al momento del collocamento è concentrata ancora esclusivamente in Italia (c’è solo una lettera di intenti per un’acquisizione in Spagna relativa a una società che è attiva nel Bingo) e quindi è esposta al rischio “unico” di questo sistema e a tutte le sue possibili variazioni sia a livello micro (anche come regolamentazione, che fa capo all’operatore pubblico) che macro (il settore è considerato ciclico, anche se la società non ha manifestato ancora questo fenomeno in relazione alla propria dinamica di bilancio, ma comunque presenta business soggetti a forti fenomeni di stagionalità). Il gioco ha una regolamentazione esclusivamente pubblica e non è possibile stimare i rischi (e l’impatto) di un’eventuale possibilità di cambio di orientamento. Inoltre la società è già venuta in passato a trovarsi in contrasto con la normativa comunitaria, altro vincolo al quale è direttamente soggetta.
Lottomatica è inoltre impegnata in un’opera quasi di raddoppio della propria rete: ma tale sviluppo, oltre che una necessità per far fronte alle nuove sfide, è anche un obbligo imposto dalla PA attraverso il Decreto Direttoriale 15/11/00: se le condizioni lì espresse non saranno rispettate (e il costo della futura rete è nell’ordine dei 2000 mld) Lottomatica potrebbe vedersi disdire la concessione (altrimenti rinnovabile dalla scadenza del 2003 automaticamente fino al 2012). La data per la valutazione della conformità è il settembre 2002.
Il management della società invita a leggere l’EBITDA 2000 alla luce del riposizionamento dei margini, ma la scelta di diventare sempre più presenti nei servizi potrebbe anche apparire come la necessità di difendersi da forme di rallentamento nel core business (tra l’altro il lancio di nuovi giochi può avere una forte incidenza su questa attività, basta pensare al successo del Superenalotto). Non si può non osservare che, nonostante il buon livello assoluto del risultato del gioco del Lotto (740 mld di ricavi per 14.230 mld di giocate), mentre tra il ’98 e il ’99 i ricavi sono cresciuti del 13,1% (a fronte di giocate aumentate del 58,7%), tra il 1999 e il 2000 i ricavi stessi sono scesi del 4,5% (su giocate in contrazione del 27,2%). E questo senza voler tenere conto della presenza di fattori spesso irripetibili e sicuramente non governabili: nel ’99 ad esempio più del 40% dei ricavi totali è dipeso da gioco speculativo sui “numeri ritardatari” nelle estrazioni.
Per non parlare poi della concorrenza sleale del mercato del gioco illecito.
*Donatella Principe è responsabile della ricerca economica presso il centro studi del Gruppo Banca Popolare di Vicenza.