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IPO ITALIANE: KATAWEB RINVIA, MA LE BANCHE NO

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Nonostante gli scossoni e le altalene dell’ultimo periodo, quando si affronta il tema Borsa si continua a parlare anche di matricole: un tema che è diventato più scottante e delicato.

Ad inizio anno bastava citare l’acronimo “IPO” (ai più in Italia ancora sconosciuto), e la parola d’ordine era: comprare! Quasi un must per l’investitore più o meno esperto.

Ma la situazione è rapidamente cambiata, al passo con i tempi accellerati del mondo on-line.

Sui mercati non basta più la parola matricola per attirare i risparmiatori nei borsini e i capitali degli investitori. Alcuni esempi, soprattutto americani, stanno dimostrando che le Borse hanno già smaltito il successo della novità ad ogni costo, con qualsiasi contenuto e qualsivoglia prospettiva.

Va bene la new economy, ma ben vengano le analisi e i fondamentali della old economy per valutare e soppesare la qualità di un titolo e la solidità della società che lo propone per sviluppare il proprio business.

Il discorso vale ovunque e per tutti, anche se in Italia scontiamo ancora un mercato con pochi titoli; e quindi a volte predomina la tendenza del “meglio una qualsiasi matricola che nulla”. Uno spirito un pò avventuriero che rischia di lasciare i più sprovveduti con un palmo di naso e una perdita secca.

Il grido “attenzione” è passato velocemente sui mercati europei dopo alcune batoste e le prime forti crisi dei tecnologici. Qualche società che aveva annunciato il collocamento ha fatto dietro front aspettando tempi migliori. E a volte è stata anche premiata.

Un caso italiano per tutti è quello del gruppo Kataweb. Il Consiglio di amministrazione dell’Editoriale L’Espresso decide “di sospendere la quotazione senza rallentare i progetti del gruppo, ma rinvia il programma di collocamento della controllata in attesa di migliori condizioni dei mercati, prendendo atto dell’instabilità degli stessi soprattutto nei riguardi dei titoli tecnologici e del settore media”, come recita il comunicato ufficiale.

E cosa succede? Il mercato premia la decisione e il titolo Espresso guadagna, almeno nei giorni successivi alla notizia.

Questo non significa però che tutti si ritirano. E le ultime matricole come Fimatica e Chl hanno dato qualche soddisfazione. La maggior parte delle società dunque continua
il suo cammino verso il mercato, ma aumentano i “se” degli analisti che vogliono veder chiaro dietro alle reali possibilità di sviluppo delle aziende.

Un settore già nel mirino è per esempio quello dell’e-commerce. Negli Stati Uniti le societa’ in questo settore sembrano avere già qualche problema, tranne quelle maggiori.

Perchè in Italia dovrebbe andar meglio visto che la carta di credito ancora non è così diffusa e lo stesso utente Internet è scettico nei riguardi dell’affidabilità della rete, si chiedono gli
analisti delle Ipo?

Gli esperti vedono meglio invece le aziende che investono nel business-to-business. E soprattutto avvisano: i primi due o tre che arrivano ad occupare una nuova fetta di mercato in genere distanziano, e di molto, chi segue. E per questi ultimi la possibilità di riuscire è molto difficile.

Fatte queste dovute precisazioni ai nostri lettori vediamo le ultime novità per quanto riguarda le matricole italiane.

Un nuovo collocamento annunciato è quello della Ferretti il cui road show è partito a Milano il 5 giugno per poi fare tappa a Zurigo, Amsterdam, Londra, Francoforte, Parigi e New York.

La Ferretti SpA è uno dei principali costruttori di imbarcazioni di lusso e sportive con marchi famosi come Riva e Bertram.

La quotazione alla Borsa Valori prenderà il via il prossimo 15 giugno e si concluderà il giorno successivo. Le azioni, pacchetto minimo 1000, saranno collocate ad un prezzo compreso tra 2,17 e 2,47 euro.

Il prezzo definitivo verrà fissato al termine dell’opv e non supererà l’investimento di Lire 4.782.587.

La quotazione avverrà attraverso un’offerta globale di 54.250.000 azioni ordinarie, il 35% del capitale al termine dell’offerta. Il 25% sarà destinato ai risparmiatori, mentre il collocamento privato è riservato agli investitori istituzionali italiani e stranieri, compreso un collocamento privato negli Stati Uniti per un massimo di 40.687.000 azioni.

E’ anche prevista una “greenshoe” ai membri del consorzio di collocamento. (“greenshoe” e’ il diritto del sottoscrittore di emettere azioni in piu’ rispetto a quelle pianificate). Mentre una parte dell’opv è destinata ai dipendenti.

Al termine dell’offerta la società avrà una capitalizzazione di Borsa compresa tra 650 e 740 miliardi di lire.

A coordinare l’operazione è stata chiamata
Schroder Salomon Smith Barney con Unicredit Banca Mobiliare.

La Ferretti è oggi presieduta da Norberto Ferretti (azionista al 29,5%). Tra gli altri azionisti principali: Ventures Italian Fund II (54,7%), Schroder Associati (2,3%), Giancarlo Galeone, amministratore delegato, con il 4%.

C’e anche molto interesse per le banche telematiche che scendono nell’arena borsistica.
Gli esperti delle gestioni patrimoniali vedono per questi titoli un futuro tutto in crescita.

Bancaperta.
L’Assemblea del Banca Telematica del Gruppo Credito Valtellinese
ha deciso di chiedere la quotazione delle sue azioni ordinarie al Nuovo Mercato.

Per questa operazione verrà effettuata la conversione in euro del capitale sociale, mediante aumento gratuito di capitale e frazionamento del valore unitario delle azioni.

Per l’offerta pubblica di vendita è stato deliberato anche un aumento di capitale con esclusione del diritto d’opzione da 46,8 a 56,14 milioni di euro grazie all’emissione di 467 mila azioni del valore nominale di 20 euro.

Bancaperta
Lo scorso anno ha chiuso l’esercizio con un utile di 5,9 miliardi di lire, avrà come sponsor e global coordinatordell’offerta la Banca Commerciale. E’ possibile che una tranche dell’opvs verrà riservata ai titolari del conto corrente senza spese di Bancaperta.

Ma la banca telematica del gruppo Credito VAltellinese ha già un concorrente.

Si tratta di Onbanca (Popolare Commercio e Industria).
Il collocamento dovrebbe avvenire
entro luglio e prevede una tranche per i clienti. Mentre una seconda tranche è riservata ai 3.000 dipendenti del Gruppo Bpci.

La società, che svolge la sua attività nel banking e trading on line dal 1999, ha incassato commissioni per 2,5 miliardi di lire, ma l’utile
è a meno 18 miliardi.

Onbanca si troverà anche altri due competitori sul Nuovo Mercato: Directa sim e Fineco on line, ma quest’ultima andrà direttamente sul listino perché sarà attribuita gratuitamente agli azionisti Bipop.