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INVESTOR OPTIMISM:IN PRIGIONE CHI COMPIE FRODI

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L’index of investor optimism,l’indice che misura il livello di ottimismo degli investitori Usa sulle prospettive dell’economia americana e’ calato nel mese di luglio a quota 46. Si tratta del livello piu’ basso dal 1996, anno di creazione dell’indice.

L’indice, condotto mensilmente su un campione di 1000 investitori americani, e’ stato elaborato nel 1996 dalla banca d’affari UBS AG e dalla societa’ di ricerca statistica Gallup Organization e rappresenta l’unico sondaggio negli Stati Uniti che interpella gli investitori attraverso una serie di domande sulle questioni politico-economiche piu’ rappresentative del momento.

Il 32% degli investitori si’ dichiarato ottimista sulle prospettive di crescita dei mercati finanziari nel prossimo anno, in calo dal 28% di giugno. Solo il 47% contro i 55% di giugno ritiene possibile nel breve periodo una ripresa dell’economia americana.

Le stime rendimenti dei titoli azionari nel breve termine sono calate al 9,6% dai 10,3% di giugno.
In particolare, per gli investitori meno esperti (con meno di 5 anni di attivita’ di trading) i ritorni saranno del 14,7%, mentre quelli piu’ esperti ( con piu’ di 20 anni di esperienza sui mercati) le aspettative sui rendimenti sono ridotte a meno della meta’, a quota 6%.

Il 50% del campione ritiene che al momento attuale sia conveniente investire in azioni, in ribasso dal 59% di giugno, raggiungendo il livello piu’ basso dal 1998. All’interno di questa categoria, gli investitori piu’ giovani (meno di 40 anni di eta’) sono piu’ ottimisti piazzandosi al 60%, mentre gli over 40 sono piu’ cauti, al 47%.

Riguardo alle cause principali della recente debolezza dei mercati, l’80% degli intervistati ritiene che le irregolarita’ contabili sono state il primo fattore. Secondariamente, per il 47% del campione l’attuale livello degli utili societari rappresenta un motivo di allarme. Terzo elemento e’ il conflitto d’interesse tra i dipartimenti di ricerca e di investment banking delle banche d’affari (42%). Segue la guerra al terrorismo con il 40% e il conflitto tra Israele e Palestina al 36%.

Riguardo invece i fattori che potrebbero aiutare l’economia ad uscire da questo mercato orso, il 38% degli interpellati cita un’ economia piu’ sana e trasparente. Il 37% considera importante applicare sentenze piu’ severe (incarcerazione) per chi e’ responsabile delle frodi contabili corporate. Il 34% e’ convinto che nuove regolamentazioni contabili dovrebbero essere emanate dall SEC. Il 31% segnala l’esigenza di nuove direttive del governo federale riguardo gli standard etici dei managers delle societa’ americane.

Solo il 20% del campione inoltre ritiene che l’indice del Dow Jones non tocchera’ quota 11.000 fino al prossimo anno. Il 71% posticipa questo traguardo (in particolare il 21% di 2 o 3 anni). Il 4% considera questo livello non piu’ raggiungibile.

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Il servizio viene sospeso durante il mese di agosto e ricomincera’ ad essere pubblicato con regolarita’ da lunedi’ 2 settembre.