Roma – Cosa accade nella mente degli esseri umani quando investono? Diversi sono gli studi che cercano di capire in che modo la personalità stessa dell’individuo può subire una trasformazione nel momento in cui si possiede un titolo azionario: al punto da diventare addirittura una sorta di psicopatico.
Ma non mancano le ricerche che stanno scalfendo questo paradigma: ovvero, il paradigma dello homo economicus, secondo il quale gli azionisti sono interessati solo al loro benessere personale e che, diventando persone puramente razionali ed egoiste, finiscono con l’assumere le caratteristiche degli “psicopatici funzionali”. Se agisce senza avere alcun rispetto per il benessere degli altri o per l’etica, l'”uomo economico” può arrivare a “mentire, rubare, ingannaee, anche uccidere..qualsiasi cosa che possa servire a perseguire i propri interessi materiali”.
Tuttavia, un articolo sul sito “The Atlantic” – che riassume il libro “The Shareholder Value Myth: how Putting Shareholders First Harms Investors, Corporations, and the Public – mette in evidenza anche che, sebbene l’uomo economico esista, aggirandosi in molti dipartimenti di economia, molti esperti oggi si stanno distanziando da una teoria così netta e eccessiva. Basandosi sull’empirica, dunque su esperimenti nel campo, tali esperti rassicurano la società intaccando il concetto di “psicopatici inconsapevoli di esserlo”.
Indicativo un esperimento in cui le cavie sono state chiamate a scegliere tra una strategia di “diserzione” che avrebbe massimizzato il proprio guadagno personale e una strategia di “cooperazione” che avrebbe permesso loro di realizzare guadagni più contenuti o dare più ad altri membri del gruppo. Ebbene, fino al 97% dei soffetti ha optato per la seconda scelta.
Detto questo, è anche vero che ci sono determinate situazioni, descritte da Lynn Stout nel libro di “Cultivating Conscience: how good lawas make good people”, la sindrome di “Dr.Jekill and Mr Hyde” esiste davvero. E la ricerca dimostra che, in effetti, la retorica della “massimizzazione del valore dell’azionista” sembra quasi concepita per far uscire fuori la parte peggiore del sé, ovvero Mr Hyde. Tale dogma convince infatti gli investitori a credere che sia corretto moralmente farre pressioni sui manager per far salire il prezzo del titolo in tutti i modi possibili, senza che alcuna attenzione venga data all’impatto che le decisioni della società possono avere sugli azionisti, la società, l’ambiente.
E’ la stessa struttura dei mercati azionari moderni, combinata con la retorica del valore degli azionisti, a creare ostacoli insormontabili per fare in modo che si possa investire tenendo in considerazione le esigenze della società. Il risultato, riguardo agli investitori, è che anche se la maggior parte degli investitori non fa parte della categoria degli “psicopatici”, spesso agisce come lo fosse nel momento in cui prende decisioni di investimento.