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(WSI) – Uno tra i temi di investimento più interessanti in questo ultimo scorcio del 2005 è senza dubbio quello dell’oro. Il prezzo del metallo giallo ha infatti messo a segno un rialzo decisamente importante nel corso del mese di novembre, passando dal minimo del 4/11 a quota 455 fino a raggiungere area 500 dollari l’oncia. Il rally ha diverse cause: la prima è senza dubbio il massiccio aumento della domanda da parte dell’industria della gioielleria, cresciuta nel terzo trimestre, secondo il World Gold Council, del 7,6% in termini di quantità ponderale e del 18% se misurata in dollari. Particolarmente rilevante poi la crescita della domanda per investimento finanziario (+56%). E proprio questo dato nasconde probabilmente la seconda ragione dell’aumento dei prezzi: gli investitori temono evidentemente il risorgere dell’inflazione sulla scia della brillante ripresa economica Usa e della crescita di Cina ed India (quest’ultima il maggiore acquirente di oro nel mondo), e comprano oro a copertura di altri investimenti.
Nei primi anni ottanta, con l’inflazione al 12% negli Stati Uniti, l’oro aveva raggiunto e superato la quota degli 870 dollari l’oncia. La soglia dei 500 dollari non deve essere quindi considerata un punto di arrivo, anzi il suo superamento, che riporterebbe le quotazioni sui valori di fine 1987, potrebbe significare l’avvio di una nuova fase per il metallo giallo, dove i massimi di quest’anno sono destinati a fornire la base per nuovi rialzi.
Un ulteriore elemento storico che dovrebbe fare capire le potenzialità della tendenza in atto è che i minimi dai quali è partita la fase rialzista attuale sono situati in area 253 dollari, valore toccato nel 1999 ed avvicinato nuovamente nel 2001, e lontano quasi il 50% dai prezzi attuali. La salita dal doppio minimo del ’99/’01 è stata continua, ed ipotizzando che lo stesso tasso di crescita possa essere seguito anche nel corso dei prossimi anni sarebbe possibile immaginare un target a quota 550 per la fine del 2006, intorno ai 600 dollari per la fine del 2007 ed a 640 per la fine del 2008.
Per mettere in mostra lo stesso tasso di crescita lo S&P500, l’indice più rappresentativo della Borsa statunitense, dovrebbe terminare il 2006 a 1400 punti dagli attuali 1270 circa, ed il 2007 a quota 1520/30, una performance sicuramente alla sua portata ma che richiederebbe in ogni caso il mantenimento di un costante trend di crescita nel corso dei prossimi due anni, un’ipotesi tutt’altro che scontata proprio a causa dei timori di crescita dell’inflazione che permangono al di la dell’Atlantico.
A rafforzare il quadro prospettico di crescita dell’oro contribuisce anche la condizione grafica dell’indice PHLX Gold&Silver Sector, l’indice quotato al Philadelphia Stock Exchange composto da 13 società rappresentative dell’industria mineraria dell’oro e dell’argento. Il PHLX Gold&Silver ha superato proprio nella seconda metà del mese di novembre la resistenza critica dei 112/115 punti, massimi di gennaio 2004, novembre 2004 e settembre 2005 allineati in quell’area. Questi tre picchi rappresentano il lato superiore di una fascia di oscillazione laterale disegnata dai prezzi a partire dalla fine del 2003, con base a 77/78 punti.
In analisi grafica una fase laterale come quella disegnata negli ultimi anni, se preceduta da una tendenza ben direzionata (in questo caso il rialzo dai minimi del 2000 a quota 41,70 circa), può dimostrarsi una figura di continuazione del trend precedente (figura che va sotto il nome di rettangolo). Caratteristica delle figure di continuazione è quella di fornire, una volta completate, un obiettivo per la fase successiva di ripresa legato alla loro ampiezza proiettata dal punto di conferma. In base a questo metodo il rettangolo visibile sul PHLX Gold&Silver fornisce un target intorno a quota 150, livello raggiungibile nella prima parte del 2007, sempre che l’indice sia in grado di riprendere il tasso di crescita messo in mostra dal suo trend nel corso del 2003.
Per investire sul mercato dell’oro vi sono molte strade, da quella più immediata, e probabilmente meno conveniente dell’acquisto fisico del bene, a quella dell’acquisto di fondi (ed Etf, come quello legato allo StreetTracks Gold, quotato al New York Stock Exchange con il simbolo GLD) specializzati in questo comparto. Per chi volesse invece investire in azioni di società quotate attive nel settore aurifero un ottimo punto di partenza potrebbe essere proprio quello di seguire i singoli componenti dell’indice PHLX Gold & Silver. Di queste 13 società ben 7 mostrano un grafico di forza relativa nei confronti del benchmark crescente, in altre parole sono state in grado nel corso degli ultimi mesi di sovraperformare la crescita dell’indice PHLX nel suo complesso. I titoli di Harmony Gold Mining Co. Ltd. (HMY), Placer Dome Inc. (PDG), Gold Fields Ltd. (MSI), Kinross Gold (KGC), Glamis Gold Ltd. (GLG), Pan American Silver Corp. (PAAS) e Goldcorp Inc. (GG) sono quelli che sembrano avere la migliore impostazione grafica.