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INTERNET: TUTTE LE SOCIETA’ USA A RISCHIO

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La lista delle societa’ ”dot.com” destinate a entrare in crisi si allunga, secondo Barron’s, settimanale della Dow Jones.

Dopo il crollo del Nasdaq in aprile, infatti, le societa’ internet Usa si sono trovate di fronte a uno scenario totalmente diverso: passata l’euforia, il mercato delle Ipo si e’ raffreddato, mentre i venture capitalists hanno cominciato a centellinare i loro finanziamenti.

Barron’s ha calcolato la velocita’ con cui 227 aziende del web bruceranno le loro riserve in cash. Se non interverranno fattori esterni, come nuovi finanziamenti dei venture capitalist, credito bancario oppure un’acquisizione da parte di terzi, queste aziende sono destinate a fallire.

Le prime cinque ”dot.com” in lista, con addirittura poche settimane di vita, sono:

1) GenesisIntermedia (GENI).

2) Convergent Comm (CONV).

3) Netzee (NETZ).

4) Peapod (PPOD).

5) Bluefly (BFLY).

La lista delle societa’ internet Usa a maggior rischio prosegue in questi termini:

6) Value America (VUSA), con 0,6 mesi di cash.

7) RoweCom ((ROWE), con 0,6 mesi di cash.

8) RMI.net (RMII), 0,8.

9) CDNow (CDNW), 1,0.

10) drkoop.com, 1,5.

11) Claimsnet (CLAI), 2,4.

12) Xpedior (XPDR), 2,6.

13) Pilot Network (PILT), 3,2.

14) US Search Corp.com (SRCH), 3,3.

15) Streamline.com (SLNE), 3,5.

16) Netivation.com (NTVN), 3,8.

17) Audiohighway.com (AHWY), 4,2.

18) Mortgage.com (MDCM), 4,5.

19) PlanetRX.com ((PLRX), 4,5.

20) ELoan (EELN), 4,8.

La classifica comprende nelle prima cinquanta posizioni anche nomi piuttosto noti dell’internet. Tra gli altri segnaliamo: MotherNature.com (MTHR), CyberCash (CYCH), VitaminShoppe.com (VSHP), MarketWatch.com (MKTW), Prodigy (PRGYA), Juno Online (JWEB), Quepasa (PASA), Quokka Sport (QKKA), 24/7 Media ((TFSM), Beyond.com (BYND), Egghead.com (EGGS), FTD.com (EFTD), Streamedia.com (SMIL).

E’ facile prevedere che tutte queste aziende subiranno lunedi’, all’apertura dei mercati borsistici Usa, forti pressioni al ribasso.

La maggior parte ha gia’ registrato cali di prezzo medi del 60-70% dai massimi. Barron’s pubblico’ una prima lista simile all’attuale il 20 marzo scorso, quando il Nasdaq aveva appena toccato quota 5.000. Venerdi’ scorso l’indice dei tecnologici ha chiuso a quota 3,868.