La copertina di Time dedicata al fondatore Jeff Bezos nel 1999 quando era stato nominato personaggio dell’anno, non ha impedito alla societa’ di subire i contraccolpi negativi del crollo della new economy. Ma oggi, dopo una attenta strategia di riduzione dei costi, Amazon – il bazar telematico più noto al mondo – può cantare vittoria: per la prima volta nella sua storia ha archiviato un intero anno in utile.
Nel 2003 da poco concluso la società californiana – tra le poche Internet company assieme a eBay e Yahoo! a resistere allo scoppio della bolla tecnologica – ha archiviato un utile netto pari a 35,3 milioni di dollari o 8 centesimi per azione, contrapposto ad una perdita netta di 149,1 milioni di dollari o 39 centesimi per azione riportata nel 2002. I ricavi, invece, sono ammontati a 5,26 miliardi di dollari, in crescita del 34% rispetto ai 3,93 miliardi di dollari di dodici mesi prima.
A trasformare l’inchiostro rosso delle perdite nel colore nero dei profitti, ha contribuito in maniera decisiva l’andamento delle vendite natalizie, capaci di far compiere ad Amazon il salto di qualità. Nell’ultimo trimestre del 2003, la società guidata da Bezos ha iscritto in bilancio un utile netto di 73,2 milioni di dollari, o 17 centesimi per azione contro i 2,7 milioni di dollari o un penny per azione dell’anno precedente, mentre i ricavi sono passati dagli 1,43 miliardi di dollari dell’ultimo scorcio del 2002 agli 1,95 miliardi di dollari (per un +36%) del medesimo periodo del 2003.
Sui buoni risultati di Amazon, infine, hanno influito la crescita generale delle vendite online nel periodo festivo (avanzate del 30% a 12,5 miliardi di dollari rispetto all’anno prima secondo la società di ricerca ComScore Networks) e la debolezza manifestata dal dollaro sui mercati valutari.
La flessione del biglietto verde ha permesso ad Amazon di raccogliere un incremento delle vendite nell’ultimo trimestre del 2003 pari al 36% (sarebbe stato del 29% con un dollaro forte) e pari al 34% per l’intero anno (sarebbe stato del 28% con un dollaro forte) i quali, tradotti in danaro, determinano una spinta di 98 milioni di dollari per il quarto trimestre 2003 e di 232 milioni di dollari per l’intero anno.