Amazon (AMZN – Nasdaq) ha deciso di chiedere agli editori dei libri in vendita sul proprio sito una commissione, compresa tra $5.000 e $10.000 a titolo, per raccomandati in speciali promozioni via e-mail.
Finora le raccomandazioni che venivano inviate ai clienti della libreria online erano gratuite e si basavano sul giudizio della stessa Amazon.
Gli editori potevano comunque proporre titoli da consigliare, pagando una tariffa – compresa tra $2.000 e $12.000 – se il titolo veniva considerato valido e pubblicato nella newsletter.
Una casa editrice e’ ora anche costretta ad acquistare uno spazio pubblicitario sul sito Amazon, portando il totale del costo a $17.000.
Nel programma “Past buyer mailings” che invia suggerimenti per gli acquisti ai clienti di Amazon in base ai loro interessi, raccomandazioni ‘gratuite’ si affiancheranno a quelle a pagamento e stara’ al ricevente individuare la distinzione collegandosi al sito Amazon.
L’introduzione delle nuove tariffe potrebbe spingere Amazon a suggerire quei titoli per cui l’editore e’ disposto a pagare di piu’ per la promozione ma la maggiore libreria su Internet sostiene che la scelta finale dei titoli da suggerire e’ lasciata ai suoi ‘book editor’.
Inoltre la sua politica di trasparenza – in passato spesso accusata di essere un po’ torbida – sarebbe migliore di quella adottata dalle tradizionali librerie che ricevono pagamenti dalle case editrici per avere i propri titoli esposti in posizioni preferenziali.
Il budget per le spese cosidette di ‘cooperazioni marketing’ – quelle cioe’ destinate alle promozioni nelle librerie – sono una delle voci piu’ ingenti nelle spese di marketing.
Le nuove tariffe introdotte da Amazon sono pero’ superiori al costo di esposizione di un titolo nelle librerie tradizionali; si parla – per la promozione e-mail e sulla pagina web Amazon Book Home – del 40% in piu’.
“E’ un ammontare sostanziale per ogni editore”, ha commentato John Oaks di Four Wall Eight Windows, che pubblica circa 30 libri ogni anno, aggiungendo che la richiesta di Amazon potrebbe rendere la vita difficile proprio alle case editrici minori.
Questo programma potrebbe inoltre ridurre i fondi ‘co-op’ con la conseguente impossibilita’ di promuovere i titoli letterari, generalmente meno interssanti per il grande pubblico.