“L’anomalia sta nel comportamento del Presidente del Senato. Se la seconda carica dello Stato dubita che un magistrato possa aver intercettato illegittimamente un telefono di un parlamentare, ha il dovere istituzionale di rivolgersi per iscritto con un protocollo d’ufficio al Procuratore della Repubblica di Milano”.
Lo dice durante un Forum con L’UNITA’ Antonio Di Pietro. “Il vero problema – continua il leader di Italia dei Valori – é che la seconda carica dello Stato ha voluto far nascere il caso e tutti gli sono andati appresso. Ma il fatto è un altro. Che la Procura della Repubblica intercetta un finanziere che riceve delle telefonate dalla moglie del Governatore di Banca d’Italia, che per parlare di cose riservate non usa il suo telefono, né una cabina telefonica, ma usa un telefono del Parlamento che, si sa, non può essere spiato. Sarebbe peculato visto che i telefoni del Senato non sono a disposizione dei privati. Perché allora il Presidente del Senato se ne è uscito con questa richiesta a mezzo stampa al Procuratore della Repubblica? In un Paese normale per il presidente Pera ci sarebbe l’impeachment. Le intercettazioni autorizzate dal magistrato non sono illegittime. Sono illegittime quelle che invece avvengono al di fuori del controllo del magistrato: “il grande orecchio”, Echelon.
L’intercettazione è un moderno strumento a disposizione delle autorità giudiziarie e di polizia per rispondere alle moderne tecnologie della criminalità. Il problema semmai è nell’uso che se ne fa. Oggi la legge prevede che tutte le telefonate, finita l’intercettazione, vadano depositate in cancelleria a disposizione delle parti processuali e queste indicano quali sono utili e quali non lo sono, che poi verranno distrutte. E’ qui, semmai, che avvengono gli abusi, quando questa o di quella parte processuale che è venuta a sapere di un tradimento spara la notizia. Per risolvere il problema, il legislatore potrebbe stabilire che sia il Gip a disporre la distruzione di tutte le telefonate chiaramente inutili. (…)
Ogni volta che vengono toccati i potenti si scatena una rissa sul perché vengono messi sotto intercettazione, sul perché si fanno indagini nei loro confronti. Un modo per far perdere di vista i fatti così che nessuno si faccia la domanda fondamentale: perché questi non si comportano in modo trasparente? Perché hanno da temere dalla Magistratura? Perché non si vogliono far controllare”.