
New York – Mario Monti non e’ riuscito a riportare la fiducia nella qualita’ e affidabilita’ del credito italiano, ma il prosieguo del ‘Montismo’ e’ l’unica speranza che ha il paese se vuole rimanere a fare parte dell’Eurozona.
E’ quanto sostiene il gruppo di ricerca economica e finanziaria Roubini Group, secondo cui una crisi di governo e’ ancora possibile, ma le elezioni anticipate non sono lo scenario di base, ovvero quello piu’ probabile, tratteggiato dagli analisti del team newyorchese. Rimane pero’ possibile, in particolare nel caso in cui l’Italia sia costretta a chiedere aiuti finanziari esterni con condizioni molto rigide. In quel caso il sostegno politico e sociale al governo potrebbe presto evaporare.
Il capitale politico di Monti si e’ ridotto con il tempo e insieme alla paralisi politica rischia di compromettere l’introduzione di ulteriori riforme.
Per ‘Montismo” Roubini e soci intendono un governo impegnato nella imposizione di misure graduali di austerita’ fiscali e riforme strutturali progressive, senza dimenticare pero’ di rilanciare la crescita sollecitando Germania e Bce a dare una mano dall’esterno.
Dopo che Monti ha deciso di non ricandidarsi il focus e’ tornato sul futuro dell’Italia nell’era post governo tecnico. Tenuto conto dell’aggravarsi della fase di recessione e della posizione al centro dei problemi dell”Eurozona, la cotinuita’ politica ed economica del paese – storicamente instabile – e’ vitale.
Basti pensare che dalla nascita della Repubblica nel 1948 solo una volta il governo e’ riuscito a portare a termine un mandato (riusci’ a Berlusconi II). Alla prossima amministrazione verra’ chiesto di portare a termine l’agenda delle riforme di Monti. Ma visto che la politica italiana e’ imprevedibile, le prospettive perche’ questo avvenga non sono molto buone.
In particolare il centro destra, che viene da una sconfitta cocente alle amministrative, sta minacciando di ostruire l’agenda delle riforme di Monti. Cavalcando l’onda crescente di populismo e euroscetticismo. In un quadro di paralisi politica, la spinta e l’autorevolezza del governo e’ fondamentale per imporre le riforme strutturali di cui il paese ha disperato bisogno, si legge nel report.
Al momento Roubini non vede chi possa essere un successore credibile di Monti. E’ difficile fare previsioni e i sondaggi suggeriscono che potrebbe imporsi una coalizione composta da i partiti piu’ disparati e guidata dal Partito Democratico. Vista la frammentazione politica e le disparita’ ideoligiche delle fazioni che eventualmente saliranno al potere, e’ scontato che un esecutivo cosi’ strutturato fara’ tanta fatica ad adottare le riforme impopolari, ma necessarie.
Nel caso di stallo politico, anche se Monti per ora nega tale ipotesi, “e’ ancora possibile che il premier venga persuaso a guidare una “grande coalizione” composta da partiti di centro e di centro sinistra. Tale scenario sarebbe il migliore possibile per i mercati e per il futuro del paese. Anche perche’ Monti, proprio per il fatto di non essere stato eletto dal popolo, non ha un elettorato da accontentare e a cui rispondere. Con tutti i vantaggi e svantaggi del caso.
L’esecutivo Berlusconi II – il cinquantasettesimo governo della Repubblica – il primo della XIV legislatura, venne varato all’indomani delle elezioni politiche italiane del 2001 e rimase in carica dall’11 giugno 2001 al 23 aprile 2005, per un totale di 1.412 giorni, ovvero 3 anni, 10 mesi e 12 giorni. E’ stato il governo piu’ longevo della storia della Repubblica Italiana e solo il secondo dall’Unita’ d’Italia (dopo il governo Mussolini).