Economia

Inps: Corte Conti, caduta Pil e occupazione vanno monitorate (2)

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(Teleborsa) – Segnali negativi emergono dalla dilatazione della spesa sia delle prestazioni pensionistiche – peraltro di importo medio modesto – sia dei trattamenti di invalidità, ancora sperequati sul territorio e, soprattutto, degli interventi temporanei a sostegno del reddito. L’attività di vigilanza migliora negli accessi, mentre gli ambiziosi obiettivi del piano 2010 restano condizionati dalla operatività delle recenti assunzioni e dalle innovative modalità di verifica amministrativa, di tutoraggio, di più accurata selezione delle aree a rischio e di primo collegamento tra accertamenti e riscossioni. Non mostra invece segni di inversione l’aumento dell’ingente contenzioso, concentrato in alcune sedi del Mezzogiorno, né appaiono riscontrabili gli esiti dell’eccezionale ricorso a prestazioni esterne, allargate a tutto il territorio nazionale. Per quanto attiene alla situazione dei conti generali dell’Istituto, la Corte ha osservato che nell’ambito dei numerosi fondi amministrati – che richiedono indifferibili misure di razionalizzazione – si rilevino la forte contrazione del risultato di esercizio, dovuta al l’azzeramento dell’avanzo economico della gestione delle prestazioni a sostegno del reddito e i primi segni di debolezza della gestione dei parasubordinati, i cui avanzi patrimoniali compensano ancora i gravosi deficit sia del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, sia dei Fondi degli artigiani e degli agricoli. Ne consegue così, un’identica contrazione dei saldi dei conti generali dell’Istituto, in caduta nell’avanzo finanziario da 13,5 a 3,5 mld di euro e nell’avanzo economico da 6,9 a 3,2 mld, che si tramuta, al netto delle operazioni contabili straordinarie, in una perdita di oltre 1 mld di euro, che ha raggiunto i 3,8 mld nelle previsioni assestate del 2010. Per il riequilibrio del bilancio, assume quindi sempre maggiore importanza l’apporto dello Stato, che rappresenta un terzo delle entrate correnti e aumenta di oltre 5 mld di euro, la cui sostenibilità futura è posta a rischio dalle previsioni della decisione di finanza pubblica. Si confermano quali fattori di criticità la crescente mole dei residui e, soprattutto, la scarsa qualità dei crediti contributivi che impongono una rigorosa cautela nelle operazioni di accertamento, riaccertamento e di accantonamento ai fondi di copertura, oltre alla adozione di misure organizzative e procedurali, volte a ridurre le aree di disfunzione.