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INFORMAZIONE: STA PER FINIRE L’ERA MENTANA AL TG5

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Scaduto quest’estate, fa gola a molti. Stiamo parlando del contratto di Enrico Mentana, direttore del Tg5 a cui sono state ridimensionate le competenze dopo il balzo in alto che aveva fatto ai tempi dell’ipotesi di un suo passaggio alla 7. Per nulla intenzionato a mollare di propria iniziativa, di fronte ai ripetuti inviti aziendali di ‘farsi da parte’ Mentana tra il serafico e il minaccioso risponde: “Cacciatemi voi”, sapendo che un suo allontanamento allarmerebbe le segreterie dei partiti scatenando un vespaio imbarazzante per il presidente del Consiglio.

Intanto Mediaset toglie carburante alla sua ammiraglia, tanto che in occasione della guerra in Iraq ha lesinato mezzi tecnici che invece ha offerto generosamente a Studio Aperto, diretto dall’astro nascente Mario Giordano il cui nome non a caso figura in cima alla lista dei papabili per la cadrega di Mentana. Lista che per altro si allunga di giorno in giorno e in cui figurano i nomi di Clemente Mimun (sfibrato dalla direzione del Tg1 dove ha raccolto solo inimicizie e deluso per non essere riuscito, nonostante i suoi agganci politici, a conquistare un posto significativo ai vertici manageriali Rai) e di Carlo Rossella che da tempo guarda con malcelata concupiscenza al Tg5.

L’arrivo di Mimun creerebbe non pochi problemi nella redazione di Viale Aventino, primo fra tutti quello che potrebbe porre con qualche diritto Lamberto Sposini, condirettore e volto molto amato dai telespettatori, che è un po’ stufo del ruolo di eterno secondo.

Dopo il duro scontro sindacale dello scorso anno, ora la redazione del Tg5 – composta da più di un centinaio di giornalisti – gode di un periodo di pacificazione. Il direttore stesso, intenzionato a non inasprire gli animi, ha moltiplicato le conduzioni (al notiziario delle 13 sono otto i giornalisti che appaiono in video da studio), ha gratificato i più meritevoli con qualche promozione e avviato una sorta di processo di ‘dementanizzazione’. Il Tg5 è in effetti una macchina ben oleata grazie anche a una redazione preparata e ai suoi sei vice direttori (Enrico Parodi, Vito Oliva, Vittorio Testa, Massimo Corcione, Andrea Pamparana e Alessandro Banfi), che riescono a tenere sotto controllo le emergenze dando del filo da torcere alla concorrenza.

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