Scaffali pieni di vaccini inutilizzati e laboratori con antivirali che sperano di trovare una fialetta prima che il loro effetto venga meno. E’ questo il risultato della campagna promossa dagli Stati Uniti contro l’influenza “suina”. La pandemia che non c’e’ stata.
E’ passato quasi un anno dallo scoppio dell’allarme: era meta’ aprile quando si temeva che una stretta di mano tra Barack Obama e le autorita’ messicane potesse avere conseguenze devastanti per lo stato di salute (quello vero) degli States e del resto del mondo.
I contagi ci sono stati, ovvio. E molte le vittime (solo sul suolo americano sono state migliaia le morti legate al virus H1N1) ma come una normale influenza, non come una pandemia, come ci era stata preannunciata. Gli unici ad averci guadagnato alla grande come al solito sono i colossi farmaceutici che hanno cavalcato l’onda pandemica (pompandola ad arte con una indecente manipolazione diretta e indiretta dei media) costringendo i governi di mezzo mondo a comprare milioni di dosi di vaccino e aumentando a dismisura la produzione di farmaci antivirali, consigliati per la profilassi. Lo scandalo e’ ancora piu’ grande…