Economia

Industria: Codacons, rivedere e potenziare immediatamente il decreto incentivi

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(Teleborsa) – Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, la produzione industriale ad aprile ha registrato, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, una variazione positiva dell’ 8,7% per l’indice grezzo e del 7,8% per il dato corretto per gli effetti di calendario. Per il Codacons, però, l’unico dato positivo è la variazione dell’ 1% rispetto a marzo 2010, ben poco cosa, comunque, se si considera che in aprile entrava in vigore il decreto incentivi che, a detta del Governo, avrebbe consentito di raggiungere l’ obiettivo di crescita fissato dal Governo per il 2010 all’1-1,2%. In realtà questa percentuale è a mala pena superata dal settore maggiormente incentivato (settore CJ, ossia fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche) che registra un misero + 1.3% rispetto a marzo 2010, a stento sopra la media dell’1%. Una dimostrazione del fatto che il decreto incentivi era finanziato talmente poco che, non solo non è servito a dare fiato all’economia del Paese e a fare da volano agli altri settori, ma non è nemmeno servito a rilanciare in modo consistente i settori incentivati. In pratica, un fallimento! Per quanto riguarda, invece, i dati tendenziali, è evidente che non poteva che registrarsi un incremento apparentemente consistente, dato che nell’aprile 2009, rispetto a quello del 2008, ci fu letteralmente un crollo ed i dati precipitarono a -24,2 per i dati corretti per gli effetti di calendario e a – 25,4 per i dati grezzi. Inevitabile che ora la situazione sia migliore del peggio. Per il Codacons il Governo dovrebbe rivedere e potenziare immediatamente il decreto incentivi. Ma l’assenza di un ministro dello Sviluppo economico non solo rende impossibile questa azione, ma sta squilibrando sempre più l’azione di Governo, come dimostra la decisione di Tremonti di bloccare le retribuzioni pubbliche senza alcun intervento compensativo su tariffe, prezzi e misure di sostegno alla crescita. In pratica il Governo, con la manovra in corso, sta intervenendo in contraddizione con le già flebili misure precedentemente prese e rinuncia definitivamente a salvaguardare la capacità di spesa delle famiglie italiane. Per questo l’associazione di consumatori chiede che al più presto sia nominato il successore di Scajola.