
NEW YORK (WSI) – Sarebbe a un migliaio di anni luce dalla Terra. Lì sopra la nostra testa, a quella distanza, gli astronomi sostengono ci sarebbero altre forme di vita che poi si sarebbero diffuse in tutto l’universo. Questa volta non sono parole, ma fatti.
In una ricerca pubblicata sul Journal of Cosmology si annuncia il ritrovamento di alghe fossili unicellulari, diatomee, nella condrite carbonacea caduta nel North Central Province, vicino al villaggio di Araganwila, in Sri Lanka.
Lo scorso 29 dicembre scorso è caduto, infatti, un meteorite e lì sarebbero emerse tracce di una forma di vita extraterrestre. Lo studio che porta in calce la firma di tre ricercatori della University of Buckingham, della Cardiff University e del Medical Research Institute di Colombo se sarà confermato ha del sensazionale. I ricercatori hanno scritto che il meteorite Polonnaruwa, questo il nome con cui è stato classificato, non è stato contaminato da rocce terrestri: è stato visto cadere dal cielo e raccolto subito dopo, ma soprattutto i fossili di diatomee sono ben incastonati nella sua matrice.
Queste diatomee scoperte nel meteorite assomiglierebbero a quelle terrestri. Le analisi, ancora in corso, avrebbero rilevato che al suo interno vi sarebbero elementi che arriverebbero dal di fuori del sistema solare. “I nuovi dati su queste diatomee fossili sembrerebbero fornire forti prove a supporto della teoria della Panspermia Cometaria“, hanno ammesso alcuni studiosi, ossia la teoria in base a cui la vita sul nostro pianeta e altri mondi potrebbe essere stata portata dalle comete.
Ma dal Colorado c’è anche chi, come Patrick Kociolek, professore di ecologia e biologia evolutiva presso l’Università del Colorado a Boulder, frena i facili entusiasmi, quando osserva che “la maggior parte, non tutte, le tracce individuate sono diatomee, ma le altre portano a conclusioni già note”. Come dire: il mistero se siamo o meno soli nell’universo è ancora fitto.