L’indiana Tata Steel acquista la britannica Corus per 6,2 miliardi di sterline (12 miliardi di dollari) e diventa il quinto produttore mondiale di acciaio.
Tata batte sul filo di lana la brasiliana Csn, mettendo sul tavolo 608 pence in contanti per azione, un terzo più della sua offerta iniziale e più dei 603 pence della Companhia Siderugica National.
Il settantenne Ratan Tata, membro della nota famiglia indiana e presidente della conglomerata Tata, la spunta quindi sul cinquaduenne Benjamin Steinbruch, proprietario della Csn. L’acquisto dell’inglese Corus è la più grossa scalata indiana di tutti i tempi.
Ratan Tata dichiara che l’acquisto di Corus rappresenta “il primo gradino per dimostrare che l’industria indiana può uscire fuori dal suo Paese e misurarsi sul palcoscenico internazionale, diventando un player globale”.
L’industria dell’acciaio si consolida rapidamente nel corso degli ultimi mesi, specie dopo che l’indiana Mittal acquista l’europea Arcelor, diventando il numero uno del settore.
Tata Steel prevede di ottenere un risparmio di costi di 350 milioni di dollari l’anno dalla fusione con Corus.
Il gruppo Tata è un pezzo di storia dell’India. Fondato nel 1874 da Jamshedi Tata, ha centoquarant’anni di storia. E’ una conglomerata che fa un po’ di tutto, dalle auto al tè, dai telefoni, all’acciaio, al petrolio, all’edilizia, alle assicurazioni, agli hotel e all’informatica.
Il colosso indiano ha 220mila dipendenti, oltre novanta società, di cui 32 quotate in Borsa, un fatturato di 17,8 miliardi di dollari. I Tata sono una vecchia famiglia parsi di religione zoroastriana. L’attuale proprietario, Ratan Tata, guida il gruppo dal 1991. La divisione siderurgica, Tata Steel, viene fondata cento anni fa, nel 1907, a Jamshedpur ed è il primo impianto siderurgico indiano a entrare in produzione nel 1912.
La società, il cui nome iniziale è Tisco (Tata Iron and Steel Company Limited), ha sede a Mumbai e si è ormai trasformata in una multinazionale con una produzione di 9 milioni di tonnellate di acciaio l’anno, di cui 4 milioni sfornate dagli impianti indiani di Jamshedpur e Jharkhand. Nel 2000 Tata Steel viene riconosciuta come il gruppo siderurgico con i più bassi costi produttivi al mondo.
L’obiettivo del gruppo è quello di espandere la sua capacità produttiva, portandola a 25 milioni di tonnellate di acciao l’anno entro il 2025. Il fatturato 2006 è di 2,9 miliardi di euro e l’utile operativo di un miliardo di euro.
d. r.