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India: Missione italiana al via con 300 imprese

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Raggiungere nel 2010 un flusso di commercio bilaterale di 10 miliardi, contro gli attuali 4,4 e un livello di investimenti pari a circa 200 milioni all’anno contro i 50 milioni attuali, come ricorda ieri il ministro per il Commercio internazionale, Emma Bonino. Parte con queste finalità la missione del Governo italiano in India assieme a Confindustria, Ice e Abi, cui partecipano anche 430 imprenditori italiani in rappresentanza di circa 300 imprese. Finalità ambiziose ma, visto che l’interscambio negli ultimi quattro anni quadruplica, anche realistiche.
A dare il via sarà l’arrivo oggi a Chennai (ex Madras) del presidente del Consiglio, Romano Prodi, che atterra alle ore 9.30 locali per un viaggio che lo porterà a toccare le principali città del subcontinente e quindi Kolkata (l’ex Calcutta), Mumbai (Bombay) e Delhi per riprendere la via di Roma giovedì prossimo in serata. La missione di Confindustria avrà invece inizio domani.
La missione italiana deve servire a suggellare un rapporto con il subcontinente asiatico che quest’anno, in almeno un trimestre, potrebbe crescere addirittura più della Cina. Il Pil nell’anno fiscale terminato a settembre cresce del 9,2 per cento dopo che negli ultimi quattro anni sale a una media dell’8 per cento e il Governo, nel suo piano quinquennale al 2011-2012, punta per i prossimi anni a una crescita media del 9 per cento. Una performance legata alle aperture introdotte a inizio anni ’90 dall’attuale primo ministro, Manmohan Singh, quando è ministo delle finanze. La svolta decisa da questo economista con laurea a Cambridge e dottorato a Oxford, autore nel 1964 di un testo molto critico verso la tendenza all’isolazionismo del suo Paese (“Indiàs Export Trends and Prospects for Self-Sustained Growth”), porta frutti sostanziali: il commercio in beni e servizi passa dal 17 per cento del Pil del 1990 all’attuale 45 per cento. Una performance così forte da far temere ora ad alcuni economisti un surriscaldamento dell’economia.
In molte grandi città i prezzi delle case raddoppiano negli ultimi due anni, mentre la Borsa di Bombay, la più antica d’Asia fondata nel 1875 dagli inglesi, cresce di quattro volte negli ultimi quattro anni. È in questo contesto che arriva la missione italiana che, almeno nelle intenzioni di Confindustria e delle imprese italiane, ha anche l’interesse a spingere per la creazione in tempi rapidi un’area di libero scambio bilaterale tra l’India e l’Unione europea.
Parlando a nome di tutti gli imprenditori europei nel corso del Summit India-Ue lo scorso ottobre a Helsinki Luca Cordero di Montezemolo, vertice di Confindustria, chiede un’accelerazione di questo processo, nei prossimi due anni al massimo. All’interno della Ue in base all’elaborazione dell’Ice su dati delle Nazioni Unite, in termini di esportazioni l’Italia è quarta, preceduta dalla Gran Bretagna (l’ex potenza coloniale) e dalla Germania (colosso che macina un terzo del Pil del Vecchio Continente), ma anche dal piccolo Belgio.
Proprio per dare ulteriore vigore agli scambi della missione italiana fanno parte anche sedici banche. In tutto la somma dei fatturati delle multinazionali italiane aderenti alla missione oltrepassa i 170 miliardi di euro, mentre l’insieme delle banche rappresenta un totale attivi di oltre mille miliardi di euro. La gran parte delle aziende che partecipano alla missione prenderanno poi parte anche a uno degli avvenimenti principali organizzati da Confindustria, il Ceo Forum che avrà luogo il 15 febbraio a Delhi.
Pensato per rafforzare la cooperazione economica tra Italia e India il Ceo Forum Italo-Indiano è costituito da Montezemolo assieme a Ratan Tata, l’industriale di etnia Parsi, socio di Fiat, che con la sua recente acquisizione da 11,3 miliardi di dollari del gruppo inglese Corus è uno dei simboli della nuova India assieme a Lakshmi Mittal, l’uomo che di recente compra uno dei maggiori gruppi europei dell’acciaio, la francese Arcelor, dando vita ad Arcelor Mittal, primo gruppo al mondo del settore, che occupa circa 330mila persone in sessanta Paesi con una capitalizzazione di circa 46 miliardi di dollari.
Al Ceo Forum partecipano alcuni tra i più influenti amministratori delegati di entrambi i Paesi, che si riuniranno anche per definire assieme un’agenda economica da presentare lo stesso giorno ai primi ministri Prodi e Singh. Dall’agroalimentare ai macchinari, dal tessile alla pelle, dalla logistica alle infrastrutture e all’automotive: sono molti i settori di scambio.